Il caso

Brindisi, chiude l'impianto LyondellBasell: a rischio decine di lavoratori

Angelo Sconosciuto

Oggi assemblea generale. Perrucci: «Si rischia una bomba sociale». L’onorevole. D’Attis: «Vicino ai lavoratori, chiederò intervento del Governo»

BRINDISI - E giunge la «tegola» LyondellBasell. Sindacati convocati a Roma, ieri mattina, e contestuale nota informativa della società a riunione appena conclusa: «LyondellBasell ha avviato oggi un confronto con i sindacati territoriali in merito alla gestione dei possibili esuberi relativi alla cessazione dell'attività di una delle sue due unità di produzione di polipropilene presso la sede di Brindisi, in Italia».

Quindi subito parola a Jim Guilfoyle, Senior Vice President Olefine & Poliolefine EAMEI di LyondellBasell: «Dopo un'approfondita analisi, riteniamo che la chiusura di questa unità sia la soluzione più sostenibile dal punto di vista strategico e finanziario - ha detto -- Comprendiamo l’impatto che questa decisione potrà avere su alcuni dei nostri dipendenti e il nostro impegno è quello di condividere con i sindacati e con le parti sociali soluzioni che possano sostenerli nel miglior modo possibile durante questa transizione». Ed ha ancora aggiunto: «Le forniture ai nostri clienti continueranno comunque ad essere garantite».

Quindi ha spiegato: «Questo è il primo impianto del suo genere costruito a livello mondiale ed è purtroppo diventato non competitivo. Il mercato di riferimento per i prodotti realizzati dall’impianto di Brindisi è sempre più difficile, con una prospettiva di miglioramento molto limitata. La volontà del gruppo rimane quella di potenziare la posizione degli altri asset dell'azienda nei mercati di maggior valore».

La stessa nota ricordava che il «sito di LyondellBasell a Brindisi, in Italia, realizza materiali per la produzione di tessuti, imballaggi alimentari e altre applicazioni» e che «LyondellBasell è leader nell'industria chimica globale e fornisce soluzioni per una vita quotidiana sostenibile. Attraverso tecnologie avanzate e investimenti mirati, è impegnata in prima linea nella creazione di un'economia circolare e a basse emissioni di carbonio».

Non diceva che a Brindisi sono coinvolte 47 posizioni lavorative su 120 diretti, oltre i dipendenti in servizio presso le ditte appaltatrici.

Ed ecco che i sindacati territoriali di categoria Cgil, Cisl e Uil, con Antonio Frattini, Marcello De Marco e Carlo Perrucci «nel prendere atto delle gravi determinazioni illustrate nel corso dell’incontro romano del coordinamento nazionale Basell Italia che preannunciano la fermata definitiva dell’impianto P9T di Brindisi, preso atto della forte condanna delle Segreterie Nazionali e Territoriali e dell’intero Coordinamento Nazionale che rigettano la scellerata decisione aziendale», «al fine di illustrare e condividere un percorso di iniziative di mobilitazione e di lotta» hanno convocato per oggi a partire dalle ore 14,30 un’assemblea generale di stabilimento».

«Inaspettata e scellerata la decisione della LyondellBasell di chiudere l'impianto P9t nello stabilimento Petrolchimico di Brindisi - commentava Perrucci -. Non più tardi di un paio di mesi fa a tutti i livelli era stato comunicato che non erano previsti chiusure di sito o fermata di impianti nel panorama europeo. Il nostro timore - ha proseguito - è che questa scelta non sia propedeutica allo smantellamento del sito perché riteniamo che lo stabilimento non sia sostenibile con la marcia tra l'altro a singhiozzo di un solo impianto. Per queste ed altre ragioni, legate ad una difficoltà oggettiva di mercato e di alti costi energetici c'è la necessità di coinvolgere in questa vertenza le Istituzioni e il Governo Nazionale per meglio comprendere le futuro strategie, se ci sono, per salvaguardare la Chimica del nostro Paese. A Brindisi - ha concluso - si rischia una vera e propria bomba sociale dopo la già chiusura di Enel, le difficoltà produttive di EuroApi e il disimpegno della famiglia Jindal dalla Gomma Plastica».

Contemporaneamente le riflessioni dell’on. Mauro D’Attis. «Sono al fianco dei lavoratori dello stabilimento LyondellBasell di Brindisi, che vivono un momento di grande preoccupazione a seguito dell’annuncio della direzione di chiusura dell’impianto P9T - ha detto il commissario regionale di Forza Italia -. Una situazione da seguire con la massima attenzione perché potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza stessa dell’intero stabilimento, ma non solo: sono preoccupato per l’effetto a catena che potrebbe generarsi anche su realtà come Eni Versalis. Perciò, avvierò a breve un’interlocuzione con il Ministro Urso sulla questione a tutela dei tanti posti di lavoro coinvolti e dell’intero comparto industriale brindisino». 

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