il duplice omicidio
Coniugi uccisi a Serranova: un fucile comprato pochi giorni prima del delitto
Nuovamente ascoltato uno dei fratelli di Antonio Calò, che ha acquistato l'arma. Sentito pure il figlio ma entrambi non sono indagati
SERRANOVA (CAROVIGNO) Un fucile da caccia calibro 12 acquistato pochi giorni prima del duplice delitto compiuto mercoledì scorso (proprio imbracciando un fucile da caccia) da un killer che non ha ancora un volto e un nome, artefice di tre fucilate mortali: una contro il 70enne Antonio Calò, ucciso per primo, e altre due all’indirizzo della moglie dell’uomo, la 64enne Caterina Martucci rinvenuta esanime ma con il cellulare tra le mani, forse nel disperato tentativo di chiedere aiuto.
È proprio la coincidenza di un fucile da caccia acquistato da uno dei fratelli della vittima Antonio Calò, pochi giorni prima dell’efferata esecuzione, ad aver meritato un approfondimento da parte degli investigatori. Ieri mattina, infatti, il fratello 83enne di Antonio Calò (uno dei 7 fratelli, diverso da quello che mercoledì scorso trovò i congiunti assassinati nella loro casa) è stato ascoltato per la seconda volta in meno di 24 dai Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni che indagano sul caso. E questa volta è stato sentito assieme al figlio. Entrambi come persone informate dei fatti e quindi in assenza di un avvocato, dal momento che non risultano iscritti nel registro degli indagati. Il pomeriggio del giorno precedente l’83enne era stato ascoltato successivamente ad una perquisizione domiciliare nel corso della quale, all’interno di un locale della sua abitazione adibito a deposito di attrezzi da lavoro, era stato rinvenuto un fucile da caccia all’interno di una custodia morbida dedicata.
Naturalmente sono stati disposti accertamenti sull’arma, nel tentativo di verificare attraverso le perizie balistiche se possa aver sparato di recente. Di sicuro, almeno per il momento, c’è solo che l’84enne che ha compiuto l’acquisto del fucile pochi giorni addietro avrebbe detenuto legalmente l’arma, in quanto titolare di un porto d’armi per uso sportivo.
Nel frattempo gli investigatori sono al lavoro anche per contestualizzare e mettere assieme ogni elemento riguardante presunti dissidi emersi da qualche tempo tra l’uomo ascoltato per due volte nelle ultime ore e altri due fratelli: quello ucciso e un altro, quello che mercoledì scorso a sera scoprì i due cadaveri. Alla base delle controversie - stando ai pochi elementi sfuggiti al riserbo che avvolge le indagini - potrebbe esserci una casa ereditata dalla vittima Antonio Calò circa due anni fa, a seguito della morte di un altro fratello maggiore. Un’eredità costituita anche da alcuni terreni, in parte confinanti con un suolo di proprietà dell’83enne ascoltato in queste ore, adibito in estate ad area parcheggio al servizio di una sala da ballo molto frequentata in estate. L’83enne tempo fa avrebbe chiesto - mai come in questo frangente il condizionale è d’obbligo - al fratello titolare del suolo confinante di poter in qualche modo utilizzarlo per aumentare l’estensione dell’area parcheggio a disposizione della balera. Richiesta che avrebbe incontrato un netto diniego da parte di Antonio Calò, dando vita in passato a diverbi anche piuttosto accesi durante i quali, probabilmente in preda all’ira, sarebbero volate anche offese e minacce.