il caso
Brindisi, delirio neonazista all’ingresso del parco
Volantini filo-nazionalsocialisti rinvenuti sulla recinzione del Di Giulio, Digos mobilitata
BRINDISI - Nel primo il disegno di una svastica e la scritta: «Italiani alzate la testa!». Nel secondo un braccio che reca una svastica con un pugno che si abbatte quasi a schiacciare delle persone. Due volantini con svastica ben in vista, di cui uno con un’illustrazione razzista e antisemita sono stati individuati e rimossi dal personale della Digos nella mattinata di ieri. Il ritrovamento è avvenuto nei pressi di Parco di Giulio. Più precisamente in via Bruno Buozzi.
I due volantini, della grandezza di poco inferiore ad un foglio formato A4, in bianco e neo erano attaccati con del nastro isolante su una cassetta per contatori dell’Enel che corre lungo l’esterno del parco. Se il luogo scelto abbia un significato particolare o sia solo una scelta casuale è tutto da appurare dal momento che il due volantini sono stati piazzati di i fronte, al pian terreno di una palazzina, si trova la sede di un patronato Caf. E alle spalle c’è il campo di calcio dell’oratorio. Al momento, sembra che non siano stati individuati altri manifesti del genere nel resto della città.
Ma la Digos - diretta dal vicequestore Walter Tamburrano - procede per gli approfondimenti del caso. Perché oltre alle icone e alle frasi c’è altro - opportunamente oscurato dalla Gazzetta - nella parte sottostante i volantini. A chiudere entrambi i volantini c’è una scritta che rimanda alla Url di una pagina web. Nel primo il disegno di una svastica e la scritta: «Italiani alzate la testa!». E poi l’indirizzo. La stessa Url si trova sul foglio adiacente, su cui campeggia un disegno che richiama uno dei periodi più bui della storia dell’umanità, il nazismo. La Url rimanda a una pagina web che richiama il mondo dell'estrema destra americana, dove sono state caricate delle foto che ritraggono Eva Braun, compagna e moglie (nei loro ultimi giorni di vita) di Hitler e ad altri contenuti relativi al nazismo. E quindi è propaganda. L’apologia del fascismo e del nazifascismo in Italia sono un reato è un reato previsto dall'art. 4 della legge Scelba attuativa della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione. Inoltre la norma prevede sanzioni detentive per i colpevoli del reato di apologia, più severe se il fatto riguarda idee o metodi razzisti o se è commesso con il mezzo della stampa.