Il caso

Brindisi, al parcheggio del Perrino gli abusivi si moltiplicano

Antonio Portolano

Dall’ospedale al Camposanto, ai centri commerciali: debellare il fenomeno resta purtroppo un miraggio

BRINDISI - «Buongiorno dottò», la mano si allunga e l’euro finisce in saccoccia. E di buongiorno in buongiorno, chissà quanti in quella saccoccia ne finiscono al termine della «giornata di lavoro». Sia tu veramente un dottore, sia un impiegato, ma molto più spesso un qualsiasi lavoratore, un disoccupato, un pensionato, un uomo o una donna, frughi in tasca e tiri fuori gli spiccioli, 50 centesimi, un euro, allunghi la mano e fai finta che non sia un problema. Perché, altri molti più seri, te ne attendono dentro l’ospedale. E allora, meglio stare «tranquilli» perché così, magari il guaio di salute tuo, di un familiare o di un amico, lo affronti in ospedale. E all’uscita non dovresti trovare «scherzi» per l’auto con cui sei venuto, magari affrontando un viaggio da uno dei comuni della provincia se non versi l’odioso obolo.

Ma finirà mai questa «estorsione» tollerata?

«Scusi, dove trovo i grattini? Chiedeva ieri mattina una donna, con accento barese, all’ingresso del Perrino». «Signora qui non c’è bisogno di grattini, il parcheggio è gratuito», ha risposto qualcuno. «E questi chi sono? E che vogliono? Io non gli do manco un centesimo!».

La premiata ditta dei parcheggiatori abusivi è sempre all’opera. Anzi, gli «affari» devono andare sempre meglio dal momento che al posto di due tre - come nei tempi passati - la manovalanza è raddoppiata e di mani pronte ad afferrare l’obolo ce ne sono ad ogni angolo del parcheggio. Cinque o sei almeno, quelle avvistate ieri mattina. Tutti gentili e prodighi di consigli su come parcheggiare meglio l’auto per evitare magari che, invadendo una striscia con un parcheggio scomposto, si possa perdere un posto auto e quindi quell’euro che alla fine aiuta a fare cassa.

Alla fine la gente, scende dall’auto, si guarda intorno, non vede forze dell’ordine e «per quieto vivere» abbozza e paga, pensando i guai sono altro. Ma non è proprio così che dovrebbe funzionare. E soprattutto in posto di cura o di dolore come l’ospedale. O il Camposanto. Persino il Comune, che non naviga nell’oro, da anni, ha rinunciato proprio per non infierire su chi si reca in ospedale, a riscuotere il pedaggio. Ma da quando l’ha fatto il parcheggio del Perrino è diventato «terra di nessuno». E poco importa se ogni tanto c’è un blitz delle forze dell’ordine, con denunce, multe ecc. I parcheggiatori abusivi non vanno mai in vacanza, anzi, la «premiata ditta» continua a crescere senza che lo Stato intervenga ristabilendo definitivamente la legalità, perché - come dimostrano anche diverse inchieste della procura Antimafia - si sa quell’obolo cosa va ad alimentare. E purtroppo non c’è solo il parcheggio dell’ospedale Perrino. Ci sono i parcheggi del cimitero. Ci sono quelli dei centri commerciali. Una porzione di territorio divisa tra parcheggiatori autoctoni e forestieri e al di fuori del controllo - se non in rari casi - da parte dello Stato.

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