Operazione dei Cc
Carovigno, nel «fortino» 2 quintali di droga: sotto accusa una famiglia
Trovati 215 chili di marijuana. In manette padre e figlio, altri 4 denunciati a piede libero
La palazzina in cui abitavano si era trasformata in un fortino per nascondere oltre 2 quintali di marijuana: con l'accusata di detenzione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, i Carabinieri di San Vito dei Normanni, Carovigno e Mesagne hanno arrestato padre e figlio e denunciato altre quattro persone, parenti dei due. In manette sono finiti M. V. e G.V., rispettivamente di 58 e 35 anni, entrambi di Carovigno.
Durante una perquisizione eseguita dai militari - con l'intervento del cane antidroga Quentin dei cinofili di Modugno - nelle abitazioni di padre e figlio situate nello stesso plesso, sono stati trovati 215 kg di stupefacente il cui valore economico è quantificabile in oltre 2 milioni di euro, qualora le analisi tossicologiche attestino un limite del THC superiore a quelli imposti dalla legge. Sono state sequestrate varie attrezzature idonee per il confezionamento e la preparazione di dosi pronte per lo spaccio al minuto.
Nell’ambito della stessa operazione sono state denunciate a piede libero per lo stesso reato altre 4 persone, un 38enne, una 30enne e un 37enne tutti di Carovigno e una 28enne di Mesagne, tutti legati da vincoli di parentela con gli arrestati ai quali sono stati concessi i domiciliari. Le indagini dei Carabinieri sono coordinate dalla Procura di Brindisi.
RETTIFICA
G.V., 40enne di Carovigno, è stato assolto con formula piena dal tribunale di Brindisi con sentenza n. 584/2024 dalle accuse di detenzione in concorso di sostanze stupefacenti. Assoluzione anche per il padre M.V. A causa di questa vicenda giudiziaria G.V., già calciatore di Eccellenza e allenatore impegnato nei campionati regionali, si è visto privato di non poche opportunità professionali. La sentenza del tribunale di Brindisi, giudice Adriano Zullo, pone fine ad un calvario durato quasi cinque anni per G.V., stimato in tutti gli ambienti calcistici regionali e non solo, che sin da subito aveva dichiarato la sua innocenza sui fatti contestati dalla Procura di Brindisi. La difesa ha dimostrato l'estraneità dei due indagati dalle accuse, in quanto, così come è stato accertato da particolari verifiche la coltivazione di cannabis, creata in un proprio terreno, era sativa, cioè con un principio attivo dello 0,6% e che dunque non poteva essere considerata sostanza stupefacente. La produzione infatti, è stato accertato, era destinata al mercato farmaceutico, per creme per uso estetico o per altri usi industriali. Era il padre di G.V. che coltivava da agricoltore la cannabis sativa ed è stato accertato che non ha commesso alcun reato. Il tribunale di brindisi ha accolto in pieno le richieste difensive: l'ulteriore conferma della completa estraneità dei fatti di G.V. privato in tutti questi anni di essere protagonista nel mondo del calcio pugliese. Ora questa battaglia giudiziaria vinta con la piena assoluzione per G.V.