La Guardia di Finanza di Barletta-Andria-Trani ha eseguito questa mattina un’importante operazione nel settore delle accise sui carburanti, che ha portato all’arresto di due imprenditori e di un funzionario dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Bari. I tre sono finiti ai domiciliari con le accuse di corruzione, falso ideologico e rivelazione di segreti d’ufficio. Gli imprenditori arrestati sono i fratelli Michele e Maurizio Damato, 50 e 55 anni, già raggiunti da un provvedimento cautelare nel luglio dello scorso anno con l’accusa di aver corrotto esponenti delle forze dell’ordine per evitare controlli.
Il provvedimento è stato disposto dal Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Trani, accogliendo la richiesta della Procura. Contestualmente, sono state sequestrate due aziende attive nel deposito e nella vendita, all’ingrosso e al dettaglio, di prodotti petroliferi ad uso commerciale e agevolato, con sedi a Canosa di Puglia e Barletta.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, gli imprenditori – già coinvolti in un’indagine per corruzione nel luglio 2024 insieme a esponenti delle forze dell’ordine di Canosa – avrebbero fornito carburante a prezzo agevolato e altri vantaggi al funzionario doganale.
In cambio, quest’ultimo avrebbe offerto una vera e propria “copertura istituzionale”:
evitando controlli e ispezioni sulle aziende coinvolte;
fornendo informazioni riservate sui depositi di carburante di imprenditori concorrenti;
accelerando la vidimazione dei registri contabili obbligatori, aggirando le procedure previste.
Per rendere meno rintracciabili i contatti, gli indagati evitavano le telefonate, preferendo comunicare tramite WhatsApp. Proprio tramite la messaggistica istantanea il funzionario avrebbe trasmesso informazioni privilegiate relative a un’azienda concorrente del Barese.
Il sequestro preventivo ha colpito le due società riconducibili agli imprenditori arrestati. Il giudice ha inoltre nominato un amministratore giudiziario con il compito di gestire le aziende e adottare rapidamente misure che impediscano il rischio di nuove condotte illecite. La GdF sottolinea come l’operazione rappresenti un ulteriore passo nella tutela della sicurezza economico-finanziaria del Paese, contrastando pratiche corruttive che danneggiano le entrate dello Stato e falsano la concorrenza nel settore dei carburanti. Le indagini confermano inoltre il ruolo decisivo delle intercettazioni telefoniche, ritenute fondamentali per ricostruire reati di questo tipo.