Il caso
«Manca pure l’acqua calda»: rissa nel carcere di Trani
Situazione esplosiva, bloccata la visita dei rappresentanti di Antigone
«Temporanee tensioni interne». Ufficialmente è stata questa la ragione che ha fermato l’ingresso di due rappresentanti di Antigone Puglia Davide Piccirillo (direttivo) ed Elisa Cascione (mediatrice penale) nel padiglione «Europa» del carcere di Trani. La visita, quindi, in programma nel carcere della Bat è saltata. Almeno per quel che riguarda quell’area dell’istituto penitenziario. La delegazione dell’associazione da sempre impegnata a garantire diritti e garanzie nel sistema penale e penitenziario, ha però potuto visitare il padiglione ‘Italia’: «La situazione è drammatica – spiegano a La Gazzetta del Mezzogiorno - . La struttura è suddivisa su tre piani. Il primo ospita ventuno detenuti con problemi sanitari e accoglie l’infermeria e le aule scolastiche. Le celle sono auguste e c’è una media di sei detenuti per stanza». Proprio in una delle celle ispezionate l’attenzione dei due rappresentanti di Antigone è caduta su Francesco (nome di fantasia). Chiuso in una cella con altri cinque detenuti in una situazione psichiatrica evidentemente difficile. «È stata avanzata per lui una richiesta di incompatibilità con la stato detentivo. La prima è partita a marzo scorso. La seconda ad ottobre. Ma non c’è stata alcuna risposta». Francesco quindi è ancora lì. Almeno sino a quando qualcuno non valuterà la richiesta sottoscritta da uno degli psichiatri che lavora in carcere...