Il retroscena

Barletta, nel blitz antiriciclaggio anche l’ex vicesindaco Nicola Salvemini

Adriano Antonucci

L’esponente di Puglia popolare è ai domiciliari. Vice di Cannito fino a marzo scorso

C’è anche l’ex vicesindaco di Barletta, Nicola Salvemini, tra le 16 persone arrestate dalla Polizia di Stato nell’ambito della maxi operazione antiriciclaggio che ha inferto un duro colpo al clan Sarcina.

Per Salvemini si tratta del secondo guaio giudiziario in appena due mesi. Lo scorso 18 settembre, infatti, il 50enne consulente del lavoro, oggi ai domiciliari, era stato arrestato nell’ambito di un’operazione della Guardia di Finanza per una truffa ai danni dello Stato pari a 600mila euro.

Salvemini ha ricoperto l’incarico di «numero due» della giunta guidata dal sindaco Cosimo Cannito dal novembre 2024 al marzo 2025, quando gli è subentrata sua sorella Maria Anna nel ruolo di assessore alla Polizia Locale che attualmente ricopre. L’ingresso di Nicola Salvemini in giunta fu l’esito di un’operazione politica che ha visto il passaggio dall’opposizione alla maggioranza del consigliere comunale di Puglia Popolare, Luigi Dimonte, grazie al quale Cannito ottenne i numeri necessari a proseguire la sua esperienza amministrativa in una fase di crisi interna alla maggioranza.

Figlio di Andrea, storico esponente del Partito Socialista al fianco di Cannito all’inizio del suo percorso politico, Nicola Salvemini era già stato assessore nel Cannito I (era il 2019) salvo poi, anche in quella circostanza, cedere il testimone a sua sorella Maria Anna (candidata a sostegno di Santa Scommegna alle elezioni amministrative del 2022) in ossequio alla legge sulla parità di genere. Il coinvolgimento nell’inchiesta di Salvemini, il cui ruolo, insieme a quello del commercialista, è stato definito dall’accusa «determinante» nel suggerire ai clan come restare sotto soglia rispetto ai limiti antiriciclaggio, indicando ore lavorative e pagamenti in contante per non destare sospetti, ha scosso il mondo politico.

cannito Il sindaco Cosimo Cannito non ha commentato il coinvolgimento del suo ex vice, ma ha ringraziato la «magistratura e la Polizia di Stato per la brillante operazione anticrimine condotta». «Questa operazione - ha affermato - rappresenta un modello di efficienza e legalità che induce i cittadini alla fiducia nello Stato che è presente, vigile e determinato nel difendere la nostra comunità da atti delinquenziali. L’amministrazione comunale continuerà a collaborare attivamente con tutte le istituzioni preposte alla sicurezza e alla giustizia, promuovendo la cultura della legalità».

preoccupazione Dem Nel commentare gli arresti eseguiti dagli agenti della Squadra Mobile della Questura della Bat, il gruppo consiliare del Pd ha espresso «grande inquietudine e preoccupazione». «Le forze dell’ordine e gli inquirenti - hanno affermato i dem - fanno la propria parte, nonostante i limiti e le ristrettezze delle forze in campo. Ma se le istituzioni e, in primis, chi amministra la città non fa la propria di parte, se continua a sottostimare il fenomeno, se non ha la forza di reagire e di mostrare un dissenso forte e palese, rispetto alla brutta piega che le cose stanno prendendo, indeboliscono la forza di chi, in questa città si impegna, ma non si sente più al sicuro e pretende una risposta forte». Il Pd ha quindi chiesto al sindaco e all’amministrazione «un impegno più incisivo».

«C’è bisogno - hanno concluso i dem - di una reazione al declino che questa città sta vivendo, un degrado sociale, economico, produttivo, di legalità. Dimostri alla sua amata città di tenerci veramente. Noi siamo pronti, su questi temi, a fare fronte comune».

melchiorre «Totale sostegno alla magistratura nell’operazione di Barletta» è stato espresso dal sen. Filippo Melchiorre, componente della commissione parlamentare antimafia. Per la segreteria cittadina di FdI l’operazione condotta rappresenta un chiaro messaggio: «La legalità non è un principio astratto, ma una realtà concreta che lo Stato difende con determinazione».

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