la denuncia

Bisceglie, omessa la matrice fascista sulla stele di Matteotti

Vito Troilo

Il prof. Di Luzio ha rilevato l’errore, coinvolgendo Comune e Anpi, ma nessuno finora ha risposto. «Rilievo storico e politico»

BISCEGLIE - «Al martire della libertà Giacomo Matteotti, che mani omicide strapparono alla vita per consacrarlo all’immortalità». Questo il contenuto dell’epigrafe sulla stele che il 10 giugno scorso è stata scoperta in piazza Vittorio Emanuele II nel contesto delle commemorazioni per il centenario del barbaro assassinio del politico socialista.

I più attenti non hanno potuto fare a meno di notare il mancato riferimento alle responsabilità del fascismo per l’omicidio Matteotti, al punto che Giulio Di Luzio, insegnante e giornalista, ha sollevato la questione per ben due volte in poco più di un mese: «Spiace dover rilevare l’assenza della matrice dell’infame attentato, covato negli ambienti delle squadracce fasciste allergiche a ogni espressione di libero pensiero».

Per lo studioso biscegliese «La circostanza ha un rilievo storico e politico tutt’altro che marginale, perché pone in essere un ricordo indifferenziato e decontestualizzato dello statista. Voglio sperare che si sia trattato di una omissione colposa, quant’anche di grande valore storiografico, e non di una rivisitazione revisionista dell’eroica azione parlamentare di Matteotti».

Il primo appello pubblico, rivolto il 15 dicembre, è stato ignorato sia dall’amministrazione comunale che dalla sezione biscegliese dell’associazione mazziniana, guidata dall’ex sindaco Biagio Lorusso, repubblicano e antifascista convinto. Di Luzio ha richiesto un ulteriore chiarimento sulla vicenda, coinvolgendo anche i referenti territoriali dell’Anpi ma per il momento, incredibilmente, nessuno si è nemmeno degnato di rispondergli. «È un vero peccato perché l’iniziativa di dedicare a Matteotti un monumento a Bisceglie è lodevole, ma condotta in questo modo mutila gli ideali antifascisti e le ragioni politiche dell’impegno del grande intellettuale veneto» ha spiegato il giornalista.

È certo che qualcuno avrà fornito indicazioni riguardo le frasi da incidere sulla lapide e in tutta oggettività stupiscono i silenzi, ormai assordanti, di noti esponenti biscegliesi dell’antifascismo su un evidente errore di valutazione a proposito delle parole da consegnare a futura memoria.

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