il caso
Trani, nascosero il corpo del padre in una scarpata in Abruzzo: a processo figli e nuora
A processo tre tranesi, due figli e la nuora della vittima il cui cadavere venne ritrovato due anni fa. C’è anche la truffa all’Inps
TRANI - Si terrà il prossimo 7 novembre, davanti al gup di Sulmona Alessandra De Marco, l’udienza preliminare per il vaglio della posizione dei tre imputati nel procedimento riguardante il ritrovamento del corpo dell’81enne tranese Bruno Delnegro, avvenuto il 30 luglio 2022 in una scarpata a Castrosalva, frazione del comune di Anversa degli Abruzzi.
Imputati di concorso in occultamento di cadavere sono Salvatore Del Negro, 56 anni e la sua compagna Barbara Mastrapasqua, 42. Richiesta di rinvio a giudizio anche per Domenico Delnegro, 58 anni, fratello di Salvatore, che in concorso con gli altri due è accusato di truffa ai danni dell’Inps e indebito utilizzo di carta bancomat.
Il sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Sulmona, Eduardo Mariotti, ha invece chiesto allo stesso Gup di disporre l’archiviazione del procedimento a carico del terzo figlio di Delnegro, Benito, 53 anni, «poiché l’indagato non ha commesso il fatto ascrittogli», risultando estraneo sia alla soppressione del corpo del padre, sia alle operazioni fraudolente contestate agli altri.
Nel corso delle indagini, sui dispositivi telefonici degli indagati non sono stati rinvenuti indizi. La vettura di Benito Delnegro non è mai stata notata nella zona ove si sono svolti i fatti. Non sarebbero stati accertati inoltre contatti fra lui, i fratelli e Barbara Mastrapasqua. Benito Delnegro inoltre «è l’unico dei fratelli a godere di una indipendenza economica».
Per tutti questi motivi Benito Delnegro, a conferma di quanto da lui riferito, è stato ritenuto all’oscuro della morte del padre, circostanza che ha appreso soltanto a seguito dell’indagine a proprio carico e dalla quale adesso appare definitivamente fuori. A difenderlo, gli avvocati Giancarlo Falco e Maurizio Sasso.
Diversa la situazione dei tre imputati. Secondo l’accusa Bruno Delnegro, all’epoca allettato ed incapace di provvedere a se stesso, sarebbe stato trovato morto nel proprio letto da Salvatore che, in concorso con la compagna, avrebbe deciso di disfarsi del cadavere spogliandolo e mettendolo in un sacco a pelo per poi abbandonarlo lungo una stradina di Castrovalva, dopo avere percorso in auto circa 350 chilometri da Trani.
L’identificazione del corpo di Bruno Delnegro, casualmente ritrovato da escursionisti, fu possibile, all’esito dell’autopsia, grazie al riconoscimento dei chiodi femorali che gli erano stati impiantati presso l’ospedale di Barletta, dove era stato ricoverato dal 16 al 28 dicembre 2021 a causa di una frattura.
Tutto questo, secondo l’accusa, per continuare a percepire la pensione del congiunto per circa 3000 euro al mese, riuscendo ad incassare complessivamente la somma di circa 60.000 euro con pari danno per l’Inps.
Salvatore e Domenico Delnegro sono difesi da Cataldo Torelli, Barbara Mastrapasqua da Antonio Florio.