Il dibattito
Nuovo ospedale di Andria, poche luci e tante ombre: le sale operatorie ridotte da diciotto a dodici
Manca la firma sul contratto che integra il progetto. La dg Dimatteo (Asl Bt): necessario un tempo maggiore
ANDRIA - Poche luci e ancora tante ombre. Il nuovo ospedale di Andria continua ad avere i contorni di un rebus anche quando le istituzioni fanno il punto della situazione sull’iter.
Nella giornata di ieri la Asl Bt ha risposto al comitato Nuovo Ospedale di Andria - quest’ultimo nato con lo scopo di monitorare i passi verso la struttura sanitaria, di II livello, prevista in contrada Macchia di Rosa - dopo le tante sollecitazioni ricevute sul tema.
incontri In sintesi: ci sono stati tre incontri tra direzione generale e progettisti ma al momento non c’è ancora la firma sul contratto che integra la progettualità sul nuovo ospedale. Questo è quanto si è appreso dalla nota della Asl firmata dalla direttrice generale Tiziana Dimatteo e inviata ieri al comitato.
L’ultimo aggiornamento risale alla riunione della commissione regionale che prevede tempi molto brevi, agosto 2024, per chiudere la fase della progettazione. In sostanza restano ancora in corso delle «valutazioni tecniche e giuridiche» sull’integrazione contrattuale necessaria con i progettisti dopo il varo del nuovo piano clinico gestionale che, come ha spiegato la Asl, diminuisce effettivamente da diciotto a dodici le sale operatorie, lasciando però invariato il resto.
La dg Dimatteo, nella replica al comitato, ha aggiunto di aver «già dimostrato l’attenzione nei confronti di questo grande progetto con il massimo impegno nel seguire l’iter amministrativo necessario per garantire il prosieguo rapido delle attività». E poi: «La mancata risposta è giustificata dalla volontà di comunicare una conclusione definitiva degli accordi con l’RTI composta da 10 interlocutori diversi. […] Sarà nostra cura rendervi noto ogni ulteriore incontro, auspicando una risoluzione rapida di questo passaggio amministrativo rispetto al quale avevamo in commissione ipotizzato una soluzione entro dieci giorni ma che, per le ragioni già rappresentate, sta richiedendo un tempo maggiore».
Ed ecco di nuovo lo spauracchio del tempo incerto. Nella lettera infatti non si fa riferimento a specifiche sui tempi. A ciò si aggiungano le mancate risposte alle sollecitazioni del comitato sul piano clinico gestionale. Lo stesso comitato ha fatto sapere di prendere atto della nota ma di riservarsi una riflessione di maggiore dettaglio sulle questioni sollevate considerato che «nulla si dice sia sui tempi sia sul piano clinico».