In città

Andria, Imu su terreni non edificabili, il Comune alle prese con i contenziosi

Aldo Losito

E adesso il Comune si ritrova ad affrontare situazioni con nessuna entrata nelle casse comunali e, invece, spese legali da affrontare.

ANDRIA  - Pagare la tassa Imu anche su terreni che di fatto non sono edificabili. Ad Andria, c’è un problema che si trascina da anni e che non è mai stato risolto. La diretta conseguenza di questo, sono i tanti contenziosi che adesso il Comune si ritrova ad affrontare, con nessuna entrata nelle casse comunali e, invece, spese legali da affrontare.

IL PROBLEMA - Il territorio andriese presenta numerosi terreni che risultano edificabili secondo il Piano regolatore generale, ma su cui gravano oggi vari vincoli di natura idrogeologica, che ne impediscono l’edificabilità. Stiamo parlando, per esempio, delle zone di via Barletta, via Castel del Monte e viale Ausonia, che sono vincolati ma ugualmente assoggettati all’Imu. Questo perché c’è l’obbligo di tassazione sui terreni che risultano edificabili dal punto di vista edilizio, seguendo il Prg. Il problema, quindi, ha un duplice aspetto: tecnico e soprattutto finanziario.

«È anche una questione di giustizia sociale – spiega il presidente del consiglio comunale, Giovanni Vurchio -, Si tratta di un problema annoso e datato, che dopo i numerosi solleciti stiamo affrontando concretamente per ripristinare un rapporto etico con il contribuente. Abbiamo già fatto una conferenza di servizi con gli assessori e gli uffici comunali coinvolti nella faccenda, per addivenire ad una soluzione. Tra una decina di giorni ci sarà anche la riunione di capigruppo, dove ci confronteremo su numeri e valutazioni precise. Nel frattempo, l’assessore alla Trasparenza, Pasquale Vilella, porterà in giunta comunale un atto di indirizzo che stimoli l’ufficio Tecnico a effettuare una puntuale valutazione dei terreni da cui possa scaturire un giusto tributo».

LA SOLUZIONE - Non potendo intervenire con varianti al Prg, per risolvere il problema si sta pensando di adottare un criterio di valutazione dei terreni. Il primo passaggio sarà la mappatura di tutte le zone che risultano edificabili, ma che di fatto sono soggette a vincoli. A seguire, si procederà con una valutazione dei singoli terreni su base venale, perché la norma tributaria prevede che l’imposta si paghi proprio sul valore venale dell’immobile.

«Per esempio, se il valore di un terreno è 100 per il Prg, ma sul mercato ne vale effettivamente 10, l’ufficio Tributi dovrà mandare un avviso di pagamento Imu sul valore di 10 e non di 100 – conclude Vurchio -. Un criterio che, se adottato dal Comune, potrà partire dall’anno 2024 e non può avere valenza retroattiva. Per il passato, il contribuente sarà costretto a fare ricorso. Intanto, però, in questa maniera si andrebbe a recuperare una bella fetta di tassazione, che andrebbe a rimpinguare le entrate del bilancio comunale».

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