Operazione «barbanera»

Canosa, per la pay tv abusiva al via la perizia

linda cappello

Il canosino Donato Fiore è accusato di violazione delle norme sul diritto di autore. Attraverso un server straniero, il 40enne avrebbe dato la possibilità di vedere i programmi Sky senza abbonamento

CANOSA - Hanno preso il via questa mattina alle ore 10 le operazioni peritali sul materiale informatico sequestrato a Donato Fiore, il 40enne di Canosa accusato di aver realizzato una vera e propria centrale abusiva per la trasmissione dei programmi di Sky.

Il pubblico ministero della procura di Trani Francesco Chiechi ha affidato l’incarico al dottor Raffaele Colaianni, specializzato in informatica forense, mentre la difesa ha nominato come proprio consulente di parte il perito informatico Aldo Gallo di Potenza.

L’accertamento è finalizzato ad effettuare una copia forense dei dati presenti nelle periferiche sequestrate, ed eventualmente recuperare anche quelli cancellati.

Gli investigatori sperano di riuscire a recuperare indizi utili per risalire all’identità di coloro che avrebbero avuto la possibilità di vedere i contenuti della pay per view ad un prezzo ridotto rispetto a quello chiesto da Sky.

E infatti il legale rappresentante della piattaforma risulta persona offesa nel procedimento. Fiore, nello specifico, risponde della violazione della legge sul diritto di autore. Il sequestro è stato effettuato il 6 ottobre scorso dai militari della Guardia di Finanza della compagnia di Barletta.

Il 40enne, che risulta essere un coltivatore diretto, era stato interessato ad una perquisizione nell’ambito di un’altra attività di polizia giudiziaria.

Nel corso del controllo, l’attenzione delle forze dell’ordine si è poi soffermata su un locale adiacente all’abitazione: dietro una parete in cartongesso era stato creato un articolato impianto di trasmissione per le telecomunicazioni.

Sopra un tavolino c’erano quattro computer, collegati a ben 30 decoder, ai quali a loro volta erano collegati altri componenti elettronici come encoder, modem, gruppi di continuità e router.

Tutti apparecchi di prima qualità e altamente performanti. C’era anche un componente elettronico digitale per la codificazione dei segnali criptati. In gergo si chiama «pezzotto», e in questo caso è stato realizzato artigianalmente. L’uomo aveva la disponibilità di un server all’estero, che pagava in bitcoint. E proprio grazie a questo server garantiva ai suoi clienti la visione di tutto il pacchetto Sky, ad un prezzo concorrenziale. Cento euro per la modifica del decoder, più 20 euro di “canone” mensile. Almeno, queste sono state le indicazioni raccolte fino a questo momento dai baschi verdi.

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