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Trani e le opere pubbliche, otto milioni di euro per la cultura
Chiesto un maxi finanziamento finalizzato alla conversione di quattro immobili: il Monastero di Colonna, Palazzo Beltrani, Portanova e la casa natale di Giovanni Bovio
TRANI - Monastero di Colonna, Palazzo Beltrani, Portanova e casa natale di Giovanni Bovio: dovrebbero essere questi i quattro contenitori all’interno dei quali il Comune di Trani vuole somministrare servizi culturali e sociali (per i quali serviranno anche lavori mirati), candidandosi ad un finanziamento di quasi 8 milioni di euro grazie all’adesione al Programma nazionale Metro plus e Città medie sud 2021-2027. La giunta comunale ha compiuto un passo fondamentale verso l’auspicato conseguimento del finanziamento approvando l’atto di indirizzo ed il protocollo d’Intesa già stipulato con l’Agenzia per la coesione territoriale.
Metro plus e Città medie sud 2021-2027, per i quali l’Unione europea mette complessivamente in campo oltre 3 miliardi di euro, prevede «l’attuazione di interventi finalizzati a promuovere l’inclusione, l’innovazione sociale ed il miglioramento della qualità della vita in contesti degradati di alcune città - si legge nel provvedimento approvato dall’esecutivo -, specificamente individuate mediante una azione combinata dei fondi strutturali Fesr e Fs+».
Il programma sperimenta un modello innovativo nel quale, attraverso un atto di delega sottoscritto dall’autorità di gestione, le città detengono direttamente risorse economiche, funzioni e responsabilità degli interventi, garantendo nuovi modelli di co-progettazione e pianificazione strategica dei territori interessati dalle politiche urbane».
Al sud, e quindi anche a Trani, Pn metro dedica in particolare due assi prioritari: servizi per l’inclusione e l’innovazione sociale; infrastrutture per l’inclusione sociale. Il Comune di Trani è stato identificato come potenziale beneficiario del programma all’esito di una graduatoria ottenuta in considerazione della dimensione demografica dei singoli centri e della situazione di disagio socio economico rappresentata dall’indice Ids, attraverso il quale si opera la valutazione delle aree urbane degradate.
Sono così nate una serie di attività mirate, cominciate a febbraio 2023 con un incontro a Roma cui erano presenti, oltre Trani altre 38 città selezionate in tale contesto. Un mese dopo ci si è ritrovati a Torino per una definizione dell’idea iniziale del progetto, la mappatura dei portatori di interessi collettivi e la definizione di una prima versione di sostenibilità economica dell’idea selezionata.
A maggio 2023 ha preso forma il protocollo di Intesa elaborato dalla dottoressa Anna Bonaduce, della Autorità di gestione, che il sindaco Bottaro ha sottoscritto garantendo così per il Comune di Trani la prosecuzione del percorso comune. Si è così definita la dotazione finanziaria massima di 7.936.000 euro, di cui 2.200.00 per lavori e 5.700.000 per servizi.
Con successivi incontri, svolti a Taranto a giugno, Trani ha avanzato una proposta progettuale per il momento non meglio illustrata negli atti amministrativi approvati. Ad agosto Comune e Agenzia di coesione si sono incontrati e quest’ultima ha giudicato la proposta trasmessa coerente sia con gli ambiti tematici del progetto, sia con gli assi prioritari in esso contenuti.
Da qui il sempre più probabile finanziamento del progetto, che ci dà al momento solo alcune tracce di lavoro. La prima riguarda i concetti di turismo e cultura, «che si sono evoluti sino a divenire mezzo per promuovere l’inclusione sociale, rispondere ai fabbisogni sociali, rafforzare legami di comunità e valorizzare identità locali in contesti degradati». La seconda fa riferimento alle caratteristiche della innovazione sociale: «Dare voce a persone generalmente escluse dall’accesso e distribuzione delle risorse».
A breve nascerà un apposito gruppo di lavoro, meglio definito «struttura organizzativa», che dovrà non soltanto seguire la strutturazione generale della proposta progettuale, ma anche costituire partenariati locali con il terzo settore, nel rispetto di un cronoprogramma che l’autorità di gestione ha già fissato: entro dicembre 2023 la prima presentazione del progetto all’autorità stessa; entro marzo 2024 il termine ultimo per la presentazione del progetto definitivo; entro giugno 2024 il termine ultimo per l’autorità di gestione per ammettere a finanziamento il progetto.
Le attività, qualora tutto andasse in porto, avranno una durata di cinque anni: dal 1mo luglio 2024 al 31 dicembre 2029.