Che economia fa
Esportazioni, dalla Bat riportano il segno «meno» nei primi 6 mesi del 2023
Dopo il primo trimestre positivo (+3,5%), il secondo trimestre ha fatto registrare una crescita negativa (-3,9%)
BAT - Sono stati diffusi nei giorni scorsi dall’ISTAT i dati relativi all’export delle regioni e province italiane nel primo semestre 2023. Analizziamo qui tali dati, contestualizzando l’analisi nel quadro delle economie mondiale ed europea, tracciato nei più recenti report del Fondo Monetario Internazionale e della Commissione europea.
Più lento l’export a livello mondiale -Quello che complessivamente emerge è che in un contesto mondiale, caratterizzato negli anni più recenti dalla frenata del processo di globalizzazione dell’economia internazionale, rallenta la crescita del PIL e del commercio mondiale: secondo il Fondo Monetario Internazionale, il PIL mondiale dovrebbe scendere dal +3,5% del 2022 al +3% nel 2023; il commercio internazionale dovrebbe rallentare, in misura ancor più pronunciata, dal +5,2% del 2022 al +2% nel 2023.
Per quanto riguarda le previsioni della Commissione europea, il PIL nella Zona euro scenderà dal +3,3% del 2022 a +0,8% nel 2023, un rallentamento che riguarderà tutte le principali economie, che sono anche le economie verso cui si dirigono principalmente le esportazioni italiane. Nel caso della Germania, più che di rallentamento, occorre parlare di recessione, visto che la crescita attesa per il 2023 è negativa (-0,4%).
Regge l’export italiano, frena l’export della BAT - In questi scenari europeo e mondiale di rallentamento della crescita economica e del commercio internazionale, la capacità di esportazione dell’economia italiana ha mostrato di riuscire a tenere abbastanza bene: sulla base del trend del primo semestre la crescita tendenziale dell’export nel 2023 è pari al +4,2%, rispetto al +20% del 2022.
Non bene va invece per la BAT, che dopo un primo trimestre positivo (+3,5%), ha chiuso il secondo trimestre con -3,9%. Nel complesso la crescita tendenziale dell’export della BAT per il 2023 si attesta a -0,34%, contro +17,3% del 2022.
Comunque, la BAT va meglio della Puglia, visto che a livello regionale l’export del primo semestre ha registrato una perdita del -1,43%. Le province pugliesi che hanno registrato le maggiori perdite sono: Brindisi (-20,7%) e Bari (-6,3%).
Le altre province invece hanno registrato un trend in crescita: Taranto +17,5%, Foggia 13,6%, Lecce +4,3%.
I settori d’esportazione -Il principale settore di esportazione della BAT è il settore moda, per quanto nel corso del tempo, dal 2010 al 2022, sia calato dal 68,9% al 55,4% sul totale dei settori di esportazione. Il primo semestre 2023 è stato caratterizzato da una frenata, con una perdita pari al -3,7%, a fronte di una crescita del +12,5 nel 2022.
Il secondo settore di esportazione è costituito dall’agroalimentare, il cui peso tra il 2010 e il 2022 è salito dal 19,2% al 24,9%. Nel primo semestre 2023 l’agroalimentare della BAT ha fatto registrare un ulteriore e interessante balzo in avanti (+21,5%).
Questi due comparti nel loro insieme contano, dunque, circa l’80% dell’export provinciale.
Gli altri settori hanno registrato un sostanziale rafforzamento tra il 2010 e il 2020, e presentano un trend in crescita anche nel 2023, seppur sotto i livelli dell’anno scorso, con l’eccezione della chimica, che nel corso di quest’anno presenta un trend negativo di crescita (-33,5%).
La destinazione geografica dell’export della BAT - I Paesi della Ue continuano a rappresentare oltre la metà dell’export provinciale: nel 2022 il 59,2% delle merci della BAT si è diretto negli altri Paesi dell’Ue.
Occorre sottolineare che il contesto meno globalizzato di cui si è detto in precedenza ha spinto anche la BAT a guardare con meno attenzione ai Paesi extra UE: questo nuovo trend è evidente a partire dal 2017. Infatti, il peso dei Paesi extra UE è aumentato dal 39,4% al 43,9% fra il 2010 e il 2016 per poi calare al 40,8% nel 2022.
Nel 2023 il trend di crescita dell’export della BAT verso i Paesi Ue e i Paesi extra UE è cresciuto del 3,1% verso i primi ed è diminuito del -4,6% verso i secondi.
L’export della BAT si concentra fondamentalmente verso le maggiori economie dell’Ue (Germania, Francia, Spagna), e verso alcune economie extra Ue (Albania, Regno Unito e Stati Uniti).
Nel primo trimestre 2023 la crescita verso questi paesi è stata differenziata: positiva verso Spagna (+41,5%), Germania (+3,9%), Regno Unito (+19,3%%); negativa verso Stati Uniti (-14,7%), Albania (-11,3%) e Francia (-3%).
La presenza dell’Albania fra i principali paesi export della BAT, come noto, è legato alla delocalizzazione di imprese della BAT in quel Paese.
Le prospettive future: criticità e potenzialità - L’export della BAT presenta almeno due punti di criticità che, soprattutto in una prospettiva futura di medio-lungo periodo, non possono essere sottovalutati.
In primo luogo, va sottolineato che a livello mondiale diventa sempre più importante la capacità di crescita dei settori a maggiore contenuto tecnologico, che sono i settori più dinamici della domanda mondiale e settori a maggior valore aggiunto. Gran parte della sfida innovativa è proprio sulle nuove tecnologie. Non a caso una delle politiche europee più rilevanti è proprio quella del sostegno alle attività di Ricerca e Sviluppo.
La BAT a questo riguardo mostra tutta la sua debolezza. Oltre l’80% dell’export provinciale è infatti legato a settori considerati a basso contenuto tecnologico, più esposti alla concorrenza dei paesi in via di sviluppo, che possono contare sul costo della manodopera più basso. Non va però sottaciuto che emerge una discreta tendenza di crescita dei settori di medio-alta tecnologia.
In secondo luogo, l’apertura internazionale della BAT rimane modesto: in termini di peso dell’export sul PIL, questi rimane basso, per quanto emerga un trend positivo di miglioramento. I dati al 2019 evidenziano che per la BAT il peso dell’export sul PIL è stato pari al 9,2% contro il 26,8% della media nazionale e il 30,6% del Centro-Nord.
La maggiore specializzazione produttiva su settori a più elevato contenuto tecnologico e una maggiore apertura internazionale dell’economia provinciale rappresentano obiettivi fondamentali per pensare a un livello di sviluppo economico più elevato rispetto a quello attuale, un obiettivo che contribuirebbe a migliorare anche la situazione sociale, con particolare riferimento al tasso di occupazione.
* Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles - Membro dell’Associazione Italiana di Scienze Regionali