Ambiente violato

Trani, in contrada Monachelle fumi, verifiche e carte in Procura

Nico Aurora

Sul posto, il sindaco Bottaro col comandante dei vigili urbani. Segnalato il ritorno in attività della cava fumante. Il sito continua a bruciare inesorabilmente

TRANI -  Sopralluogo congiunto ufficialmente effettuato, accertamenti conclusi e fascicolo trasmesso in Procura: è questo l’esito di quanto accaduto nei primi giorni della settimana con riferimento al ritorno in attività della cava fumante di contrada Monachelle. Infatti, il sito continua a bruciare lentamente, ma inesorabilmente, materiale e verosimilmente plastico ed ipoteticamente tossico, i cui odori molesti giungono in città disturbando non poco soprattutto le notti dei residenti.

La breve pioggia di ieri mattina potrebbe avere soltanto tamponato l’emergenza emissioni, ma certamente non li avrà spenti come già era accaduto nel 2017, quando quell’area di contrada Monachelle fu localizzata per la prima volta insieme con i fumi che rilasciava. Da settimane la cava ha ripreso a fumare, in pochi giorni è stata nuovamente localizzata come fonte delle emissioni e lì si sono concentrate le attenzioni non soltanto di molti cittadini, che con apprensione hanno segnalato lo stato dei luoghi, ma anche della Polizia locale, che vi ha svolto i primi accertamenti.

Da lì a poco la responsabile del Servizio di igiene e salute pubblica della Asl Bt, Patrizia Albrizio, scriveva a tutti gli enti interessati affinché si svolgesse quanto prima un sopralluogo istituzionale per verificare, tutti insieme, lo stato dei luoghi così da inquadrare le misure da adottare.

Nel frattempo prima l’assessore all’ambiente, Leo Amoruso, e poi il sindaco, Amedeo Bottaro, rompendo il lungo silenzio del Comune facevano sapere che Palazzo di città sta espletando tutto quello che è nelle sue attuali possibilità per attivare nel più breve tempo possibile gli interventi necessari.

Il sindaco, oltre ad avere ricevuto e girato gli accertamenti svolti, presso la Procura ha anche sporto denuncia contro ignoti così come era accaduto già nel 2017, peraltro senza mai risalire ad alcun responsabile.

Il sopralluogo, a quanto si è appreso, è avvenuto lunedì scorso alla presenza del sindaco Bottaro, del comandante della Polizia locale, Leonardo Cuocci Martorano, della stessa dottoressa Albrizio con altri tecnici di Asl Bt, nonché di funzionari ed operatori di Arpa Puglia.

Proprio quest’ultima ha effettuato le attività più importanti compiendo un monitoraggio dell’aria sul sito ed intorno al sito, per valutarne il livello di inquinamento causato dai fumi. Lo stesso aveva fatto fra 2017 e 2018 ed in quegli anni, dopo che inizialmente alcuni parametri avevano sforato le soglie di legge, a seguito della realizzazione di scavi e trincee e dello sbancamento di una parete della cava, i focolai furono spenti, i fumi riportati a livelli di tolleranza e fu accertato che la cava aveva sprigionato benzene, frutto della combustione di plastica frammista a vetro. Adesso si attende una eventuale conferma dello stesso scenario, ovvero l’eventuale discesa in campo di nuovi elementi che lo mutino.

Tutto questo, come detto, è stato già trasmesso alla Procura di Trani, ma anche alla Provincia di Barletta Andria Trani che sulla base di tali documentazioni, ancorché parziali, ha convocato la conferenza dei servizi in modalità asincrona cui parteciperanno tutti gli enti coinvolti nel sopralluogo, più altri eventuali soggetti che saranno chiamati in causa, fra cui ovviamente la stessa Bat, deputata per legge a presiedere il tavolo per questioni di natura ambientale.

Dunque, siamo in presenza di un primo risultato concreto sul campo, nato soprattutto dall’iniziativa della dirigente dell’azienda sanitaria locale che, per prima, avevo rotto gli indugi invocando interventi. In ogni caso, si tratta di una minima parte di un percorso complesso, che dovrà essere sicuramente la Procura di Trani a dettare per tempi e modi.

Quel che è certo è che il ritorno in attività della cava fumante adesso non può più dirsi ignorato da chi di dovere.

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