La polemica

Scontro treni tra Andria e Corato, sette anni dopo: cerimonia in memoria delle vittime Salvini: «Chi ha sbagliato paghi»

Ieri lo striscione dei parenti dei defunti: «Per noi, la colpevolezza della dirigenza di Ferrotramviaria è concreta e reale al di là di quello che tre giudici in primo grado hanno deciso. È impossibile mandare giù questa pillola amara»

ANDRIA - «Uccisi due volte. 12 luglio 2016 Ferrotramviaria 15 giugno 2023 giustizia italiana». È quanto si legge sullo striscione che i familiari di alcune delle 23 vittime dell’incidente ferroviario, avvenuto nel luglio di sette anni fa sulla tratta a binario unico compresa tra Andria e Corato, deporranno in serata alla vigilia del triste anniversario. Nell’incidente oltre alle vittime ci furono anche 51 feriti. Il 15 giugno scorso il tribunale di Trani ha emesso la sentenza di primo grado condannando il capostazione in servizio ad Andria, Vito Piccarreta e Nicola Lorizzo, capotreno del convoglio ET1021 partito da Andria e diretto a Corato. Assolti gli altri imputati, tra cui i vertici di Ferrotramviara, la società di trasporti ferroviaria che gestisce la tratta.

«Lo striscione non fa altro che ribadire quello che pensiamo noi parenti delle vittime: sono stati uccisi una seconda volta», spiega Daniela Castellano figlia di Enrico morto nello scontro e componente dell’Astip (Associazione strage treni in Puglia 12 luglio 2016), che riunisce i parenti delle vittime. «I giudici non hanno tenuto conto dell’impianto accusatorio assolvendo tutta la dirigenza e riducendo tutto a un assurdo errore umano. Se ci fosse stato un sistema di sicurezza adeguato - continua - oggi non saremmo qui a ricordare i morti ma forse qualche ferito o i treni non sarebbero partiti dalle stazioni. Qualunque cosa dica la giustizia italiana sono stati uccisi una seconda volta».

«Per noi, la colpevolezza della dirigenza di Ferrotramviaria è concreta e reale al di là di quello che tre giudici in primo grado hanno deciso», aggiunge spiegando che «è impossibile mandare giù questa pillola amara». «A fare male - conclude Daniela Castellano - è anche il silenzio delle istituzioni: dalla premier Meloni al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella passando per il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Nessuno ci ha mandato un messaggio, nessuno ha abbracciato il nostro dolore. Nessuno si è ricordato di noi. Non valiamo niente».

MATTEO SALVINI: CHI HA SBAGLIATO DEVE PAGARE

«Sette anni fa l’Italia si fermò davanti alla strage ferroviaria sulla linea tra Andria e Corato, dove ventitré persone morirono e più di cinquanta rimasero ferite.
Una preghiera per chi non c'è più e per le famiglie che attendono giustizia: chi ha sbagliato deve pagare».
Così sui social il vicepremier e ministro Matteo Salvini. 

DECARO: QUI PER CONDIVIDERE IL DOLORE

«Veniamo qui ogni anno non per riaprire quella ferita ma per lenirla. Veniamo qui, insieme ai parenti delle vittime di quella strage ferroviaria, assieme ai cittadini, alle istituzioni proprio perché non possiamo lasciare il peso del dolore di quegli affetti, di quei rapporti umani che si sono spezzati il 12 luglio del 2016 solo sulle spalle dei familiari e degli amici. Sarebbe un dolore troppo grande da sopportare quindi lo vogliamo socializzare, distribuire». Lo ha detto il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro a margine della cerimonia organizzata per ricordare le 23 vittime dello scontro ferroviario avvenuto il 12 luglio 2016 sulla tratta a binario unico compresa tra Andria e Corato. Davanti alla stazione di Bari, è stata deposta una corona di fiori ed è stato osservato un minuto di silenzio. "Vogliamo ricordare quelle persone: lo facciamo ogni giorno, lo facciamo una volta all’anno qui, davanti alla stazione ferroviaria dove ogni giorno migliaia di persone salgono e scendono dai treni, viaggiano. Il treno è simbolo di vita e non deve rappresentare più un simbolo di morte», ha continuato Decaro sottolineando che «un mese fa è ripartito il treno sulla tratta ferroviaria dove ci fu la strage e questo ci deve far ricordare che il sacrificio di quelle persone oggi ha permesso a tutti i treni del nostro Paese di viaggiare in sicurezza. Perché da quel giorno sono state cambiate le norme e oggi il treno torna essere un simbolo di vita», ha concluso Decaro.

«Ieri ho voluto fare lo stesso viaggio che sette anni fa fece mio figlio. Volevo vedere cosa ha visto prima di quello scontro maledetto. Volevo capire. Avevo il cuore che mi batteva all’impazzata. Per me è stato importante farlo». Lo dichiara all’Ansa, Angela Iodice mamma di Francesco Tedone uno delle 23 vittime del disastro ferroviario avvenuto il 12 luglio 2016 sulla tratta a binario unico compreso tra Andria e Corato. Francesco, studente di Corato (Bari), era diretto ad Andria, doveva raggiungere la scuola che frequentava quando «in pochi attimi tutto è finito», ha continuato la mamma. «In me ci sono solo tanta rabbia e delusione», aggiunge Francesco Caterino, padre di Luciano, macchinista di uno dei due treni che si sono scontrati.
«È viva la memoria di quel tragico incidente ferroviario che lascia in tutta la comunità una ferita aperta», le parole del sindaco di Corato (Bari) Corrado Debenittis pronunciate durante la cerimonia commemorativa che si è svolta questa mattina. «Le Istituzioni abbracciano - prosegue- i familiari facendo propria la loro richiesta di verità e giustizia». Il Comune di Corato si è costituito parte civile e ora «aspettiamo le motivazioni della sentenza emessa quasi un mese fa dal tribunale di Trani», continua il primo cittadino. Lo scorso 15 giugno, il tribunale di Trani ha emesso la sentenza di primo grado condannando il capostazione in servizio ad Andria, Vito Piccarreta e Nicola Lorizzo, capotreno del convoglio ET1021 partito da Andria e diretto a Corato. Assolti gli altri imputati, tra cui i vertici di Ferrotramviara, la società di trasporti ferroviaria che gestisce la tratta. La decisione dei giudici «va rispettata nella consapevolezza che ci sarà un secondo grado», sottolinea il sindaco e conclude: «Abbiamo il dovere di guardare avanti facendo memoria e promuovendo le buone prassi di comunità».

MAURODINOIA: CI STRINGIAMO A PARENTI VITTIME

In occasione del settimo anniversario dell’incidente ferroviario sulla Andria-Corato, l’assessore ai Trasporti e alla Mobilità sostenibile, Anita Maurodinoia, ha partecipato questa mattina alla deposizione di una corona di fiori presso la lapide commemorativa situata lungo il perimetro della fontana di piazza Moro a Bari, cerimonia promossa dal Comune di Bari. «Il ricordo del tragico incidente ferroviario del 12 luglio 2016 sulla tratta Andria-Corato sarà sempre vivo nella comunità pugliese - ha commentato l’assessore Maurodinoia -. In questa triste giornata la Regione Puglia si stringe ancor di più alle famiglie delle vittime e ai sopravvissuti. Commossi, commemoriamo una giornata che ha segnato per sempre la storia della nostra regione».

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