Turismo in crisi
«I posti letto nella Bat continuano ad essere troppo pochi»
Parla Mimmo Gadaleta, tranese, direttore di Apulia Hotel: occorre invertire il trend
TRANI - «Gli alberghi che non riaprono non aiutano il turismo della Bat a crescere. Le strutture extra alberghiere che non si organizzano in rete sono un ulteriore motivo di disorientamento. Così difficilmente si potrà mutare la tendenza». A dichiararlo è il tranese Mimmo Gadaleta, direttore della catena Apulia hotel, che annovera nella sua rete di alberghi in Puglia e nel Mezzogiorno una serie di strutture a quattro e cinque stelle. A breve ne aprirà una anche ad Andria, un wine resort di target alto ai piedi di Castel del Monte con sedici posti letto che non sarà certamente la soluzione ai tanti problemi, ma un contributo concreto per ampliare l’offerta carente a fronte di tanta richiesta.
Lo scorso febbraio si tenne un convegno a Trani, promosso da Pugliapromozione, per analizzare i dati tutt’altro che confortanti di una Bat che, all’interno di un turismo pugliese che funziona e cresce, fa registrare soltanto il 4% degli arrivi ed il 2% delle presenze: davvero troppo poco per una terra con ben altre potenzialità. In quella occasione si parlò anche di una tendenza regionale, per il 2023, in direzione di un aumento del 30% rispetto al 2022. Tale proiezione sembra si stia confermando, secondo dati comunque non ufficiali di Pugliapromozione, soprattutto con riferimento al settore alberghiero ed in particolare alle strutture a 4 e 5 stelle.
Gadaleta conferma che «la tendenza è proprio questa poiché i turisti scelgono soluzioni di qualità e servizi sicuri e puntuali. Invece, ed aggiungo purtroppo, nella Bat abbiamo un problema di scarsa offerta di accommodation, ma anche qualità non sempre di primo livello.
Per il direttore di Apulia hotel, per esempio, «a Trani si è persa una grande occasione trasformando l’ex hotel Royal da albergo in residenze, e lo stesso accadrebbe per Barletta se l’Itaca, sulla litoranea di levante, dovesse diventare, come si ventila, una residenza per anziani. Gli alberghi vanno promossi e non rimossi, ma i segnali sono tutt’altro che incoraggianti come dimostrano anche i casi di Bisceglie e Corato. Noi, con quello di Andria, proveremo a dare il nostro piccolo contributo, ma da solo non basterà».
Quanto al settore extra alberghiero, Gadaleta apprezza e rispetta i bed and breakfast che si mantengano su livelli di prezzo medio alti, «perché diversamente sarebbero le case della nonna trasformate in un punto di appoggio per dormirci la notte. Vanno evitate queste soluzioni fai da te, va isolato e sconfitto l’abusivismo e, soprattutto, l’extra alberghiero deve lavorare in rete formando un unico marchio che renda tutte le strutture facilmente riconoscibili ed affidabili. A Rimini lo si fa da tanti anni, altre città hanno poi seguito con successo quell’esempio. Da noi, invece, non solo non c’è il brand, ma mancano anche i servizi come il facchinaggio (per portare in camera i bagagli lungo scale spesso molto ripide) taxi, noleggi con conducente e navette per raccogliere i turisti fra le varie strutture e fare loro visitare i luoghi di interesse, eventi che abbiano una cabina di regia. Servono alberghi e i bed and breakfast devono diventare alberghi diffusi: solo così la Bat potrà invertire la rotta».