Il verdetto

Spaccio di droga ad Andria, in appello cadono le accuse più gravi

Linda Cappello

Per i giudici non può essere contestata l'associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Nel 2020 ci furono 15 arresti, su richiesta della Dda

ANDRIA - Consistente sconto di pena in appello per coloro che erano stati coinvolti nell’operazione antidroga che nel gennaio 2020 portò all’esecuzione di 15 ordinanze di custodia cautelare. Cade l’accusa più grave, e cioè quella di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio - con formula perchè il fatto non sussiste - per Nicola Coratella e Raffaele Vaccina: questi ultimi, condannati in primo grado dal gup del Tribunale di Bari nel 2021 a 14 anni e otto mesi, si sono visti ridurre la pena a 4 anni di reclusione e 24mila euro di multa. Cade l’associazione anche per Andrea Barile (in primo grado 7 anni e 4 mesi, ora 3 anni e otto mesi e 20mila euro di multa), e Stefano Stella ( in primo grado 7 anni, ora due anni e 10mila euro di multa).

Rideterminata la pena anche per Savino Piccolo e Giuseppe Rizzi ( da quattro anni e otto mesi a due anni e 4 mesi più 18mila euro di multa).

Assoluzione per non ver commesso il fatto anche per Guido Spinelli ( in primo grado condannato a sei anni di carcere e 26mila euro di multa), Elidon Zhejani ( in primo grado quattro anni di carcere e 18mila euro di multa) e Ramiz Smajlaj (già condannato a due anni di reclusione e 20mila euro di multa).

Confermate invece le condanne nei confronti di Giuseppe Asseliti ( due anni e otto mesi più 10mila euro di multa), Tommaso Monopoli ( due anni di carcere e 10mila di multa), e Giuseppe Riondino ( un anno e diecimila euro di multa).

Per quanto riguarda Barile, Coratella, e Vaccina è stata sostituita l’interdizione perpetua dai pubblici uffici con quella quinquennale, mentre per Coratella e Vaccina è stata revocata anche la misura di sicurezza e le sanzioni accessorie.

Le indagini, condotte dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile con la collaborazione del commissariato di Trani, si svilupparono a seguito dell’omicidio di Francesco Ferrante, alias Geppetto, avvenuto a Trani il 17 gennaio del 2015. Gli accertamenti avrebbero consentito di accertare anche come il cruento fatto di sangue fosse maturato nel mondo degli stupefacenti in cui il Ferrante tentava di imporsi.

Per conoscere le motivazioni dei giudici bisognerà attendere 90 giorni.

Gli imputati erano difesi dagli avvocati Vincenzo Papeo, Raffaele Losappio, Florenza Di Tursi, Giangregorio De Pascalis, Giuseppe Perrone, Paolo Di Noia e Vincenzo Gallo.

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