ambiente
Ofanto, forte la paura tra esondazioni e danni nella Bat
L’allarme della Cgil anche per il blocco della manodopera
Dopo l’esondazione del fiume Ofanto avvenuta la settimana scorsa, che allagò gran parte dei terreni a ridosso della zona bassa del stesso fiume ed in particolare le contrade “Pezza la Pera” e “Sospiro”, site nell’agro di pertinenza del Comune di San Ferdinando di Puglia, ed il parziale rientro del flusso di acque negli argini avvenuto all’inizio della corrente settimana, il fiume ha ricominciato a far paura a seguito delle abbondanti piogge abbattutesi tra ieri l’altro e ieri sul territorio della Provincia Bat, tanto da lanciare l’ennesimo allarme per un’ altra esondazione dai suoi argini del fiume Ofanto, soprattutto nell’ultimo tratto del suo tragitto verso il mare Adriatico e per l’allagamento degli arenili coltivati ad ortaggi siti lungo la fascia costiera.
Timori anche in contrada Tavoletta, fra Canosa e Cerignola (immagini nel video): lì il livello dell’Ofanto, lungo la strada per Lavello ha raggiunto i limiti di guardia. Invase dall’acqua per ora le aree golenali pur se coltivate, come accade da decenni. Corrente a pochi centimetri anche dal piano di calpestio del ponte romano a Canosa (immagini nel video). A dare ulteriori delucidazioni sull’attuale situazione del maggiore fiume pugliese è il sindacato Flai Cgil nelle persone del segretario generale Flai Cgil Bat Gaetano Riglietti e del segretario generale Flai Cgil Puglia Antonio Gagliardi, preoccupati non solo sulla questione produzione dei vari prodotti agricoli che sono coltivati nella vasta zona inondata dalle pericolose acque esondate del fiume Ofanto, ma anche e soprattutto per il conseguente blocco della manodopera. “Le abbondanti piogge che continuano a persistere ancora nelle ultime ore sul territorio della Bat stanno mettendo a dura prova le colture ortive coltivate nella zona rivierasca con un forte rischio di trovarci a breve di fronte ad un rischio serio di perdita del prodotto con una conseguente ricaduta occupazionale – dichiara Riglietti -. Le produzioni agricole vanno sostenute e difese dalle calamità naturali. Ogni anno il problema delle avversità meteo-climatiche e delle catastrofi naturali è sempre più preoccupante e le cause principali sono l’inquinamento e i cambiamenti climatici”.
“Per questo parlare di ambiente, della sua tutela e difesa del suolo è fondamentale per il nostro territorio, anche perché l’Italia tutta risulta essere uno dei Paesi europei con una più elevata predisposizione all’instabilità, per le peculiari caratteristiche geomorfologiche e di utilizzo dei suoi territori – rimarca il segretario generale della Flai Cgil Bat -. Pertanto riteniamo necessario che si intervenga sulla prevenzione dei dissesti idrologici, attraverso misure e interventi in campo agricolo e forestale “. “Naturalmente, l’impegno nella tutela del territorio passa anche attraverso i processi in grado di affrontare lo stress idrico – aggiunge Gagliardi -. I lunghi mesi di siccità estiva, uniti ad un difficile governo della risorsa acqua su un territorio fortemente dipendente da fonti di approvvigionamento esterne al contesto geografico territoriale, possono generare criticità dalle quali non bisogna farsi cogliere impreparati”. “La gestione del servizio idrico integrato ha certamente un impatto sulle risorse ambientali: l’efficienza in tutto il processo di gestione del ciclo delle acque, dalla captazione sino alla depurazione dei reflui e, quindi, alla restituzione nell’ambiente delle risorse idriche prelevate, si traduce nella possibilità di evitare l’eccessivo depauperamento delle medesime risorse idriche, che sono già negativamente influenzate dai cambiamenti climatici in atto ma anche dall’intervento spesso dissennato dell’uomo – conclude -. In Puglia soffriamo il preoccupante problema della dispersione nella rete di distribuzione che va oltre il 50% del totale gestito e del 90% dell’acqua piovana”.