Il caso
Megaconcerto e arenili, a Barletta sale la polemica sul Jova Beach Party
Tre anni fa la kermesse con 40mila spettatori sulla litoranea di Ponente. Ora è in programma a luglio tra divertimento e natura
BARLETTA - Spesso i suoi brani sono dedicati alla natura e nei suoi spettacoli non mancano i richiami all’energia della terra e degli elementi e alla bellezza del pianeta e il cantautore non si risparmia nel dichiarare il suo impegno per l’ambiente che si sostanzia anche di iniziative e campagne che hanno accompagnato interi tour di Jovanotti, compreso quello sulle spiagge.
Eppure gli ambientalisti, una parte di essi, contestano proprio quel suo spettacolo, di fatto il più originale, il Jova Beach Party. Fu così nell’era pre Covid, nel 2019, ed è così oggi, in previsione della tournée che a Barletta vede l’appuntamento con Jovanotti raddoppiato rispetto al 2019, con due date, il 30 e il 31 luglio prossimi.
Stessa spiaggia, la litoranea di Ponente, quella intitolata a Pietro Mennea, nel tratto lungo la strada delle Salinelle, dove non ci sono i lidi e dove, da quasi tre anni, i volontari di Legambiente e di Enpa, sono impegnati perché si ricrei il paesaggio dunale e per tutelare una specie di uccelli, i fratini, che in quell’area nidificano. Motivo per cui, lì sopra, la “tribù che balla” non ce la vogliono.
“Non siamo contrari a priori al Jova Beach Party ma al fatto che, come al solito, certe decisioni piovono dall’alto senza confronto e senza comprendere che c’è un ecosistema delicato e fragile da tutelare”, dice il consulente legale dell’Ente nazionale protezione animali di Barletta, Massimiliano Vaccariello.
“Quel tratto di spiaggia è molto fragile dal punto di vista dell’ecosistema che ospita – spiega – mentre uno spettacolo di quel tipo andrebbe organizzato su un tratto di costa più antropizzato”. Vaccariello fa riferimento al tratto più. Prossimo al porto, in parte anche asfaltato. “Messa sul punto delle ricadute economiche poi – aggiunge – un solo evento in uno o due giorni, non penso possa rilanciare l’economia di una città e di un territorio, sarebbe meglio organizzare più eventi con capienze minori, qualche migliaio di persone per più giorni anziché 40.000 in un solo giorno o due”.
“Il comune di Barletta con una mano ci concede quell’area per la tutela del paesaggio costiero dunale e la nidificazione del fratino e con l’altra autorizza questi eventi, questo è incomprensibile, dice il presidente di Legambiente Barletta Raffaele Corvasce.
“Si parla inoltre di promozione della città di barletta – aggiunge – ma questa è una visione non miope, è cecità assoluta”. “Davvero si pensa promozione un territorio con un evento che dura due giorni con tutto quello che comporterà? La promozione va fatta 12 mesi l’anno, ogni giorno, con eventi programmati e una visione di città e territorio”. “La stessa visione che da quasi tre anni ci vede impegnati in questo progetto di rinaturalizzazione di alcuni tratti della costa”, conclude Corvasce. Un’area, quella in questione che si espende per 18 mila metri, suddivisa in tre zone, la più ampia è quella che ricade dove si è già svolto e tronerà ad accamparsi il villaggio del Jova beach Party.
Le loro ragioni, il 9 febbraio scorso, Ente nazionale protezione animali e Legambiente Barletta le hanno messe nero su bianco in una relazione che hanno inviato al commissario straordinario del comune di Barletta, Francesco Alecci e, fra gli altri, al ministero della transizione ecologica, alla capitaneria di porto di Barletta, alla regione Puglia e all’Istituto superiore per le protezione e la ricerca ambientale. Ma al momento non v’è stata alcuna risposta.
Ad essere contro la due giorni di Jovanotti è anche la sezione locale di Italia Nostra.
“Le spiagge sono un ambiente molto delicato e scambiarle per un’arena o uno stadio mette a repentaglio un habitat che va invece curato e preservato e nel quale la fruizione dovrebbe essere sostenibile”, dice la presidente Luisa Filannino.
“Pensiamo ai danni che saranno causati agli arenili, alla vegetazione spontanea dunale che trattiene la sabbia creando una barriera ai venti forti; pensiamo al fratino che nidifica proprio nell’area in cui il Jova beach dovrebbe svolgersi. Tutto ciò va contro la Strategia europea per la biodiversità di cui si parla tanto – aggiunge - e che chiama azioni di ripristino e protezione di habitat per preservare specie animali e vegetali”. “Ci chiediamo il perché si avallino certe scelte che fra l’altro – conclude Filannino - contribuiscono a manomettere un patrimonio che è di tutti e a coltivare il disprezzo per l’ambiente”.