trasporti
Andria, count-down per l'interramento ferrovia: 19 mesi di lavori per la conclusione
Il presente però è caratterizzato dai disagi: tutto tace sulla riattivazione della tratta per Corato
ANDRIA - Parte il count-down per la conclusione dei lavori di interramento della ferrovia Bari-Nord, per una svolta che segnerà fortemente il futuro di Andria. Tutto molto bello, ma se il futuro fa ben sperare, il presente è segnato ancora da tanti disagi in termini di trasporto “ferrato”. Il sindaco Giovanna Bruno ha ufficialmente dato i tempi del cronoprogramma dei lavori (574 giorni a partire da domani) ma non si sa ancora nulla sulla riattivazione della tratta Andria-Corato, con la messa in funzione della stazione Andria Sud.
IL PRESENTE - Per sperare in un futuro migliore, bisogna prima fortificare il presente, che invece annovera tanti disagi, legati ad interrogativi senza risposta. Entro lo scorso mese di marzo, la società Ferrotramviaria doveva completare i lavori di raddoppio sulla tratta in questione, ma non è dato sapere se ciò sia avvenuto. Così come si attende di conoscere la data in cui verrà concretamente depositata tutta la documentazione dalla società Ferrotramviaria all’Ansfisa (Agenzia Nazionale Sicurezza Ferrovie) per poter poi sbloccare la situazione e togliere dall'isolamento la città di Andria. Si, perché di isolamento si tratta. Per sei lunghi anni, la città è stata tagliata fuori dai collegamenti verso le città limitrofe, verso il capoluogo Bari e verso l'aeroporto, privando Andria di quei pochi turisti che avrebbero voluto visitare la città.
Certamente, in questi sei anni sono stati attivati collegamenti alternativi, ma a dir poco scandalosi, che tra cambi di mezzi e passaggi nel traffico cittadino, ci mettevano 90 minuti per percorrere 70 km da Andria a Bari. Con gli stessi minuti, un treno normale percorrerebbe 150 km. Ecco che il folto popolo dei pendolari ha optato per un “blabla car locale” o per spostamenti con la propria auto a Barletta o Trani, per poi prendere le Ferrovie dello Stato: tutto questo fino a quando la benzina non ha raggiunto costi vertiginosi. Insomma, disagi su disagi che in tutti questi anni non sembrano aver interessato nessuno: né Ferrotramviaria, né la Regione Puglia, né le due ultime Amministrazioni comunali di Andria. Troppo comodo trincerarsi dietro il sequestro della tratta ferroviaria, a seguito della tragedia del luglio 2016. Troppo comodo trincerarsi dietro la lentocrazia che affossa l'intera nazione. E pensare che la prima ferrovia italiana Napoli-Portici, lunga 7,25 km, fu realizzata 183 anni fa in soli 3 anni (1836-1839), mentre per la tratta Andria-Corato lunga 10 km, dopo 6 anni non si hanno ancora notizie sull’entrata in funzione. Adesso è arrivato il momento di alzare la soglia di attenzione e di pressione, affinché le operazioni si possano completare entro il prossimo autunno.
IL FUTURO - Sembra molto più veloce l'evoluzione dei lavori di interramento della ferrovia nell'abitato di Andria. Domani ci sarà la formale consegna del cantiere alla ditta, dopo l’approvazione del progetto esecutivo arrivata venerdì scorso da parte di Ferrotramviaria. In realtà, i lavori erano già stati avviati da un anno, come fase preparatoria, ora però partono formalmente i 574 giorni previsti per la realizzazione dell’opera, secondo quanto ufficializzato dallo stesso sindaco Giovanna Bruno nel suo consueto video messaggio. Seguendo il conteggio, di fatto i lavori saranno completati ad ottobre 2023, al netto dei “naturali” ritardi che però non devono assolutamente diventare un alibi.
L’opera da oltre 60milioni di euro è di quelle importanti e comprende 3 km di tracciato ferroviario interrato nell’abitato di Andria, con alcune modifiche ed integrazioni chieste e ottenute dal Comune, che dovrà agire con celerità con i progetti “Pinqua”, dove risulta vincitore già di 45milioni di euro. Attraverso questi progetti, infatti, si potrà migliorare soprattutto la viabilità sfruttando al meglio una ricucitura urbana non solo nella zona centrale della città ma anche con maggiori attraversamenti nelle zone più periferiche