Viaggio nella natura
Parco Alta Murgia una risorsa immensa per la Bat
Ne fanno parte 3 Comuni della Sesta provincia. Le cave Spinazzola celebrate in un francobollo
Spinazzola - Sembra il Grand Canyon ma in realtà siamo molto lontani da quel luogo magico. Ci troviamo infatti nel Nord Barese, a Spinazzola: è qui che si trova l’inedita cava di bauxite, uno spettacolo di forme e colori, un'attrazione naturalistica sempre più apprezzata in tutto il mondo, meta frequentata dagli amanti della fotografia e delle escursioni che è stata anche raffigurata su un francobollo, emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico e richiestissimo tra i gli appassionati di filatelia.
Le cave di bauxite di Spinazzola costituiscono uno tesori geologici (gli altri sono Cava Pontrelli, la Grotta di Lamalunga, il Pulo di Altamura e il Pulicchio di Gravina) che potrebbe far diventare il Parco Nazionale dell'Alta Murgia il 12esimo Geoparco Mondiale dell'Unesco. Il fine ambizioso è vagheggiato da tempo non solo dall’infaticabile presidente del Parco nazionale dell’Alta Murgia, Francesco Tarantini ma, anche e soprattutto, dalle comunità dei 13 Comuni, tre dei quali ricadenti nel territorio della sesta Provincia pugliese (Andria, Minervino Murge e Spinazzola) che, così vedrebbero accrescere ulteriormente l’importanza delle rispettive aree geografiche e dei rispettivi paesaggi. Ma, diciamola tutta, sarebbe un orgoglio anche per l’intera Puglia che si distinguerebbe, a livello internazionale, per l’attuazione di attente politiche di tutela e di valorizzazione della geodiversità e del patrimonio geologico. Per la BAT, poi, sarebbe un ulteriore vanto, un’altra prestigiosa medaglia che andrebbe ad arricchire il suo palmares ricco di storia e importanti testimonianze artistiche ed architettoniche.
Le Miniere di Bauxite a Spinazzola, dunque, potrebbero presto fare bella figura accanto a Castel del Monte, il maniero ottagonale di Andria che nel 1996 fu iscritto sempre dall’Unesco nella lista del Patrimonio dell’Umanità.
«Abbiamo un fine ambizioso ed è quello di entrare nella rete mondiale dei 169 geoparchi Unesco, distribuiti in 44 Paesi, affinché l'Alta Murgia sia conosciuta e apprezzata anche fuori dalla Puglia», dichiara Francesco Tarantini, «Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia - continua il presidente - è un viaggio lungo la storia, nell’archeologia e paleontologia, tra passato e presente, alla scoperta di un patrimonio geologico ricco di grotte, lame, grave, inghiottitoi, laghetti carsici, creste rocciose e ripide scarpate». Non è un caso che anche Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico noto per i suoi programmi in Tv, abbia definito il Parco il «paradiso dei geologi».
Presidente, cosa state facendo per valorizzare e tutelare il Parco Nazionale dell'Alta Murgia?
«Migliorare la fruibilità del territorio è tra le nostre attuali priorità. Quest'anno vi è un'attenzione particolare alla geosiversità del Parco, per far conoscere nel mondo uno scrigno di tesori purtroppo poco noto. Ringrazio le nostre venti guide per l'importante iniziativa, che renderà più attraente l'Alta Murgia contribuendo a valorizzarla. Ovviamente la valorizzazione del territorio passa innanzitutto dalla sua tutela. Per questo, con il piano operativo del 2021 abbiamo puntato a a contrastare maggiormente l’abbandono dei rifiuti, un malcostume purtroppo radicato che danneggia la biodiversità e deturpa l’ambiente su un piano estetico. L’Ente parco già da tempo ha avviato il progetto “Alta Murgia Free Waste” che ha un obiettivo duplice: da un lato sensibilizzare le coscienze, dall’altro reprimere le diffuse malsane abitudini. Vogliamo continuare con una campagna di informazione per sensibilizzare cittadini e scuole sulle problematiche connesse all’abbandono dei rifiuti nelle aree protette. Non solo. Abbiamo incentivato anche l’aspetto repressivo, con il fondamentale supporto delle Polizie locali e dei Carabinieri Forestali, con l’installazione di fototrappole nei tredici Comuni del Parco».
Cinghiali, una delle problematiche strettamente connesse al territorio del Parco Nazionale Alta Murgia.
«Il Parco è al fianco degli agricoltori. vere sentinelle del Parco. Se l’emergenza cinghiali si è acuita lo si deve purtroppo ai lockdown che hanno interrotto le attività di cattura. Siamo di fronte a un problema che affigge l’intera Puglia, con gravi ripercussioni su molti fronti. Per questo abbiamo chiesto alla Regione di istituire un tavolo permanente con una visione organica, concreta e sinergica tra tutti i soggetti coinvolti. Diversamente ogni iniziativa intrapresa produrrà risultati infruttuosi».
La strategia attuata dall’ente Parco comprende il monitoraggio della specie e il coordinamento delle catture tramite chiusini.
«Le associazioni agricole – continua Tarantini – fanno fronte comune non solo per risolvere l’emergenza cinghiali, anche altre criticità come il furto di bestiame, agricoli. Serve però il forte appoggio delle istituzioni, per arginare un fenomeno che oltre a creare danni alle colture, crea squilibri ecologici e mette a rischio l’incolumità delle persone».
Il Parco dell’Alta Murgia è un Parco per api e farfalle, cosa significa?
«Con un progetto ad hoc, avviato dal Parco in collaborazione con Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e il Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze, puntiamo a tutelare gli insetti impollinatori del Parco. Vogliamo dare un contributo concreto alla loro tutela, essenziale per l’ottenimento di frutti e semi da molte colture. Fondamentale tra i risultati sarà la costruzione della Carta della Vocazione Apistica del Parco, con dati specifici sulle aree di presenza e frequentazione delle specie. Puntiamo inoltre a sensibilizzare i cittadini sull’importanza di api e farfalle, coinvolgendoli sul campo con attività di osservazione delle specie e rendendoli protagonisti della ricerca scientifica».