Il caso
Bisceglie, ritrovati dai carabinieri documenti storici rubati
Recuperato anche uno stemma araldico asportato nel 1992
BISCEGLIE La rivincita della storia “rapita”. Ancora una volta c’è Bisceglie nello “scacchiere” dei carabinieri che si occupano di trafugamenti di pezzi d’arte e di preziosi documenti manoscritti dei secoli scorsi.
Spicca, infatti, nel vasto consuntivo di indagini e di numerose perquisizioni domiciliari estese ad altre località di Puglia e Basilicata, la brillante operazione condotta in particolare dal Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Bari, che ha consentito di riportare alla luce e di restituire al patrimonio culturale nazionale, beni archeologici, antiquariali e di arte contemporanea che rischiavano di essere definitivamente dispersi.
Tra questi nell’ambito del settore archivistico e librario sono stati rinvenuti e sequestrati 240 documenti antichi (databili nel periodo tra i secoli XVI e XIX), trafugati dall’Archivio Storico Diocesano di Bisceglie quando non era stato ancora istituito, ovvero allorquando i documenti erano alla mercè di chiunque e non custoditi adeguatamente nelle parrocchie.
Le laboriose e pazienti indagini hanno consentito di deferire all’autorità giudiziaria una persona biscegliese per ricettazione. Beni archivistici e bibliografici, di rilevantissimo valore storico e culturale, del valore commerciale stimato in 400.000 euro saranno presto restituiti alla comunità. Un danno arrecato anche agli studiosi e agli inventari privi di queste fonti preziose che, come purtroppo si è verificato in altri casi, sono andati dispersi per sempre.
Di particolare rilevanza, per importanza storico-culturale, è stato anche il recupero di uno stemma araldico di marmo bianco risalente al XVIII secolo, asportato e trafugato in data antecedente al 1992 da un palazzo sito in via Perotti nel centro storico a Bisceglie e rinvenuto, a seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Trani, in vendita presso un antiquario di Riva del Garda (Trento).
Un altro antico stemma araldico fu rubato sempre a Bisceglie, da un palazzo vicino alla Cattedrale in largo San Donato e mai più ritrovato stessa sorte quello di mons. Antonio Pacecco, sradicato dalla chiesetta di Santa Maria di Giano. Si è constatato che è sempre più diffusa la pratica illecita dell’e-commerce per la vendita. Infatti nel 2020 sono state denunciate 90 persone per i reati di ricettazione, violazioni in materia di ricerche archeologiche, detenzione di materiale archeologico, contraffazione di opere d’arte, violazioni in danno del paesaggio ed altre tipologie di reati previste dal Codice dei beni Culturali e del paesaggio e dal Codice Penale.
E 28 in totale sono state le perquisizioni domiciliari e locali eseguite a seguito degli esiti investigativi delle indagini. In un anno sono stati sequestrati 1.329 beni (contro i 531 del 2019), di cui 126 di tipo antiquariale, archivistico e librario, 19 reperti paleontologici, 1.181 reperti archeologici e 3 opere d’arte contraffatte, per un valore economico stimato in 1.530.000 euro per i beni autentici e di 7.000 euro per quelli contraffatti, qualora immessi sul mercato come originali. Particolare impulso è stato dato alla tutela delle aree archeologiche e al contrasto degli scavi clandestini in terra pugliese e lucana.
Recuperati 1181 reperti
L’attento monitoraggio di siti e-commerce ormai divenuti, come detto, canale preferenziale per la compravendita di arte, ha permesso il recupero di 1.181 reperti archeologici databili IV- II sec. a.C. dei quali 871 monete di natura archeologica e la denuncia di 66 persone per impossessamento e detenzione illecita di beni culturali appartenenti allo Stato.
In materia di tutela del paesaggio sono state incrementate dai carabinieri le attività finalizzate a perseguire la realizzazione di opere edilizie abusive o realizzate in difformità rispetto ai progetti approvati in centri storici o comunque in aree sottoposte a vincolo. In tale contesto sono state denunciate 21 persone.
Il costante impegno profuso dai militari del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Bari ha permesso, altresì, di esprimere un’efficace e coordinata azione preventiva e di controllo in Puglia e Basilicata, così riepilogata: 108 controlli a esercizi commerciali, mercati e fiere di oggetti antiquariali; 5 verifiche alla sicurezza anticrimine di musei, biblioteche ed archivi congiuntamente agli organi periferici del Ministero della Cultura con la finalità di individuare eventuali punti di criticità sui sistemi di difesa passiva; 86 controlli nelle aree archeologiche ritenute potenzialmente più esposte alle aggressioni criminali, svolti congiuntamente al personale delle Soprintendenze, del 6° Nucleo Elicotteri di Bari e dell’Arma Territoriale e dei Carabinieri Forestali; 109 controlli su aree tutelate da vincoli paesaggistici; 1.066 controlli di beni culturali nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti.
Nel 2020 sono stati registrati 8 furti su beni culturali (13 l’anno precedente), di cui 2 ai danni di istituti religiosi