L'intervista

Barletta, Piera licenziata da DisneyWorld e l'incubo di restare negli Usa: «Fatemi tornare»

Giuseppe Dimiccoli

La 26enne barlettana con altri due pugliesi chiede aiuto

BARLETTA -  «Che meraviglia Eraclio, altro che Statua della Libertà. Ora però il nostro Governo di aiuti».
È meraviglioso il sorriso di Piera Lionetti - barlettana 26enne diplomata all’alberghiero di Margherita di Savoia -, quando ammira Arè in video chiamata con il vostro cronista. Lei è impossibilitata a muoversi da Orlando in Florida a causa di questo coronavirus dopo aver perso il lavoro all’interno di DisneyWorld. Mamma Noemi, papà Ruggiero e il fratello Donato non vedono l’ora di riabbracciarla.

Da quanto sei ad Orlando?
«Sono arrivata il 17 Febbraio 2019».

Quanti italiani come te?
«Siamo circa 200 con me Angelica di Bisceglie e Pierluigi di Corato.

Cosa facevi?
«Lavoravamo tutti nel campo della ristorazione, io ero cameriera».

Quando saresti tornata a casa?
«Il mio visto sarebbe scaduto il 17 maggio. Sarei tornata ad inizio Maggio».

Quando ti hanno comunicato di essere stata licenziata?
«L’11 Aprile. Il termine è il 18 Aprile».

Sono stati cortesi?
«Ci è stato comunicato senza darci nessuna scelta. I manager che ci hanno riferito la notizia del licenziamento alla fine sono solo dei portavoce, senza potere decisionale, al momento l’unica ad occuparsi di noi, per scelta personale, è la nostra ex general manager».

Ti hanno offerto assistenza?
«Per ora aspettiamo che ci prolunghino la permanenza negli housing».

E le Autorità italiane?
«Abbiamo contattato sia la Farnesina, sia il consolato a Miami, sia l’ambasciata a Washington DC, al momento siamo in attesa di risposte».

Cosa ti manca dell'Italia e di Barletta?
«Mi manca la mia famiglia ed i miei amici, le passeggiate sul corso, sentire parlare la gente col mio stesso accento e sentirmi a casa, ed il cibo, quello vero, fatto con amore».

Sei spaventata?
«Abbiamo paura di non avere un posto dove dormire a partire da sabato 18, cerchiamo di darci forza l’un l’altro e di non abbatterci».

Avresti mai immaginato?
«Mai al mondo avrei potuto credere di rimanere bloccata negli Usa a causa di una pandemia, e posso ti assicurare, che da quando mi sono trasferita in Australia a 21 anni, ne ho passati di momenti difficili. Questo è stato il “worst case scenario” come dicono qui. Assolutamente inimmaginabile».

Come trascorri la giornata?
«Non possiamo fare granché purtroppo, siamo chiusi in casa, usciamo per fare la spesa e tempo permettendo, una passeggiatina».

Forza.
«Certo ma è indispensabile che le autorità ci aiutino».

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