lavoro e territorio
Basilicata, cig aumentata del 206%: è allarme occupazione
La Uil ha condotto una rielaborazione su scala regionale dei dati Inps: «Ormai c’è una fragilità strutturale del lavoro»
«Sono dati allarmanti e al netto degli effetti che deriveranno dall’applicazione dei dazi in Usa»: così, in una nota, il segretario regionale della Uil lucana, Vincenzo Basilicata, riferendosi al fatto che «nel primo semestre 2025 in Basilicata le ore di ammortizzatori sociali erogate hanno registrato un incremento di più 206 per cento rispetto al primo semestre 2024».
La Uil ha condotto una rielaborazione su scala regionale dei dati Inps. In dettaglio: le ore concesse sono state 12,5 milioni rispetto ai 4 milioni di ore dello stesso periodo del 2024. Le ore di cigs (cassa integrazione guadagni straordinaria) sono state 11,4 milioni con un incremento del 313,5 per cento e le ore di cig ordinaria 1,1 milioni (in questo caso con una diminuzione del 20,2 per cento). E’ la provincia di Potenza che registra la stragrande maggioranza di ricorso agli ammortizzatori sociali con 11,7 milioni di ore mentre in quella di Matera 658mila ore.
Secondo Tortorelli, «sono anni che il mercato del lavoro evidenzia crescenti segnali di fragilità strutturale. Fattori quali le profonde trasformazioni tecnologiche, la riconfigurazione delle filiere produttive e le conseguenze di crisi aziendali, sia endogene che esogene, tra cui quelle di carattere geopolitico, hanno accentuato le vulnerabilità del sistema occupazionale a livello nazionale e regionale. In questo contesto - ha aggiunto il leader della Uil lucana - il ricorso agli ammortizzatori sociali è divenuto uno strumento sempre più frequente e necessario per la gestione delle transizioni occupazionali e per la tenuta sociale del Paese. Misure come la Cassa integrazione guadagni (Cig), il Fondo di integrazione salariale (Fis), i Fondi di solidarietà bilaterali e la Nuova assicurazione sociale per l’impiego (Naspi) assumono, oggi più che mai, un ruolo cruciale nel contenimento delle crisi aziendali e nella tutela del reddito delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti in situazioni di sospensione o cessazione dell’attività produttiva».
«Alla luce di questo scenario - ha messo in evidenza il rappresentante sindacale - occorre porre particolare attenzione al ruolo strategico che le politiche attive del lavoro, i percorsi di formazione, le strategie di riqualificazione e le politiche industriali, possono (e devono) svolgere per affrontare le transizioni occupazionali in un contesto economico e produttivo in rapida trasformazione e ancora fortemente debole. Servono interventi concreti più investimenti e occasioni di lavoro stabile e dignitoso. Invece, continuano a prevalere i contratti a tempo determinato e i part time: su 3.750 nuove entrate nel lavoro in questa stagione estiva, come conferma Unioncamere, solo il 18 per cento delle assunzioni sarà a tempo indeterminato o in apprendistato, mentre l’82 per cento riguarderà contratti a termine. Dunque - ha concluso Tortorelli - la qualità del lavoro resterà scadente e i giovani, spesso sottopagati, continueranno a lasciare la regione».