il fatto

Cifarelli: «Orizzonte cupo per la Basilicata. I conti regionali condizionati dalle royalties del petrolio»

Antonella Inciso

Il presidente della commissione Bilancio sollecita una strategia alternativa per sanità, welfare, sviluppo e università

I fondi a disposizione che scarseggiano e le necessità che aumentano. E’ uno scenario complesso sul fronte economico quello che Roberto Cifarelli, consigliere del Pd e presidente della Commissione consiliare regionale che si occupa del bilancio. Un orizzonte che per il 2025, secondo lui, potrà avere più di qualche nube.

Presidente Cifarelli, il Consiglio regionale ha da poco approvato l’assestamento di bilancio. Quali sono le condizioni dei conti?

“Abbiamo ascoltato la relazione del presidente Bardi che ha detto tutto ciò che c’era, ma ha omesso di dire cosa non c’era. Penso al mondo della cultura e dello spettacolo per il quale non ci sono i fondi per l’approvazione dei piani annuali e triennali, penso ai comuni con il Fondo unico autonomie locali che non è stato finanziato in maniera adeguata. Penso al terzo settore ed al welfare, rispetto ai servizi che i comuni destinato alle famiglie, che non sono stati implementati. Ci sono vari problemi...”

Quindi anche per il bilancio 2025 le previsioni non saranno rosee?

“Purtroppo abbiamo un bilancio legato eccessivamente al gettito delle royalty e questo limita l’azione della Regione Basilicata”.

Con i fondi delle royalty la Regione finanzia varie voci: dall’accordo con l’Università, alla sanità ed alle sue grandi criticità. Lo si fa da anni, però.

“È vero che lo si fa da anni, ma speravamo e pensavamo che – con l’arrivo dell’accordo Total – questi nuovi fondi non venissero utilizzati come con l’Eni. Pensavamo che con i fondi Total si potesse fare un ragionamento diverso. Invece, anche questi sono stati, in continuità con il passato, messi a disposizione del bilancio regionale e non ci sono fondi che bastino. Perché, alla fine, come dicevamo con l’assestamento, i conti non tornano e ci sono interi settori della vita sociale ed economica della nostra regione che non vengono sostenuti adeguatamente. Quindi, il problema esisterà per il 2025 e ci sono segnali non positivi, ad esempio, sulla sanità dove i bilanci 2023 si sono chiusi con un travaso di 50 milioni provenienti dalle compagnie petrolifere per sanare le perdite delle quattro aziende sanitarie. Non so il 2024 come si chiuderà”.

Siete preoccupati, dunque?

“Molto, perché i segnali sulle liste di attesa e sulla mobilità passiva non sono ancora in controtendenza. La mobilità passiva 2024 sarà molto alta e la spesa complessiva del sistema sanitario è rimasta la stessa. Dal nazionale, forse, arriverà qualche euro in più ma non credo saranno sufficienti a far si che le aziende siano in equilibrio”.

Sui fondi del greggio Lei ha sollevato anche la questione dell’impiego delle risorse per il no oil dopo che l’assessore Cupparo aveva proposto alle compagnie di assegnare direttamente i fondi alla Regione . Perché non concorda con Cupparo?

“Va dato atto a Cupparo di essere un pragmatico. Qui, però, c’è un problema di profondità che non è solo quello di avere qualche milione di euro per finanziare qualche azienda. Gli accordi 2019 e 2021 presentavano due novità rispetto al passato: una era l’utilizzo del gas rispetto alla quale cosa sappiamo come è andata a finire. Non c’è grande soddisfazione da parte dei cittadini ed abbiamo l’impressione di avere sprecato una occasione, ma siamo in tempo per recuperare. Io penso che il gas debba essere messo anche a disposizione delle imprese. La seconda sono gli investimenti che le aziende petrolifere avrebbero dovuto fare direttamente in Basilicata per la realizzazione di progetti no oil. Se l’assessore Cupparo – a fronte di questi soldi che non sono stati spesi dalle compagnie petrolifere – dice li prendo per finanziare attività regionali stiamo chiudendo gli accordi del 2019 e del 2021 esattamente come il passato. La novità è che noi avremmo dovuto tenere agganciate le compagnie petrolifere anche oltre le estrazioni petrolifere. In questa maniera, invece, Total ed Eni continueranno a fare esclusivamente il loro mestiere ossia estrarre il petrolio in Basilicata”.

In conclusione, qual è l’orizzonte che vede per la Basilicata?

“Vedo un orizzonte cupo. Ci sono troppe crisi e poca determinazione nell’affrontarle. Vedo quasi una arrendevolezza, un lasciar fare al destino e mi riferisco all’acqua, all’agricoltura, a Stellantis. A tutte le questioni che sono aperte in Basilicata mi sembra che manchi quella determinazione per invertire la rotta”.

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