Agricoltura
Basilicata, nel 2023 più luci che ombre per l'olivicoltura
Oprol: quantità e qualità buone, ma con l’incognita delle rese. Impennata dei prezzi
Sarà una campagna olivicola soddisfacente per quantità e qualità delle olive raccolte, seppur con qualche ombra per quanto riguarda la resa, almeno in alcune zone. È quanto afferma Paolo Colonna, presidente di Oprol (che associa 2.800 olivicoltori e 18 frantoi di tutte le aree olivicole lucane), alla vigilia della stagione operativa 2023.
Si sono dissipate, dunque, nel corso della stagione, quelle nubi che ad inizio estate, a causa delle tempeste che si sono susseguite, facevano presagire una nuova stagione col segno meno. «Il caldo di luglio - spiega Colonna - ha prosciugato tutta l’umidità nei terreni. Il che ha impedito il diffondersi della mosca olearia e di altri parassiti. Ma c’è un rovescio della medaglia, Chi ha potuto irrigare oggi ha una produzione che appare soddisfacente per quantità ed eccellente come quantità, mentre per le zone dove si coltiva in asciutto, c’è il rischio di una bassa resa delle olive in olio, perché a causa della perdurante siccità, le piante sono in sofferenza e i frutti sono poveri di polpa. Comunque, rispetto allo scorso anno, possiamo parlare di una stagione decisamente migliore».
In questi giorni, poi, ha fatto molto discutere a livello nazionale l’impennata dei prezzi dell’olio extravergine d’oliva. C’è da chiedersi, dunque, quale impatto potrà avere la cosa in Basilicata, sia per quanto riguarda i ricavi dei produttori, sia per le tasche dei consumatori. «Da una parte il riconoscimento del giusto valore del prodotto, con l’aumento delle quotazioni - secondo Colonna - è una cosa positiva, dall’altro dobbiamo tener conto che il mercato lucano è estremamente differente da quello, ad esempio, della vicina Puglia. Qui il prodotto finisce quali esclusivamente alla grande distribuzione. Da noi invece, considerato che le quantità prodotte sono molto minori, il mercato è sempre stato prevalentemente diretto, con prezzi già intorno ai 9 euro. Considerato il potere di acquisto delle famiglie lucane, che in questo ultimo periodo non è certamente aumentato, anzi, è chiaro che ritoccare il prezzo verso l’alto diventa veramente molto difficile».
L’aumento dei prezzi è dovuto al crollo delle produzioni, a causa della perdurante siccità, nelle aree europee ed extraeuropee tradizionalmente vocate. Ma l’olio lucano fa gola anche ad altre regioni d’Italia dove la stagione non è andata altrettanto bene che in Basilicata. Tanto che alcuni produttori lucani stanno già concludendo dei contratti con etichette toscane. «Vorrei lanciare un messaggio - commenta Colonna - ai nostri produttori di raccogliere tutto il prodotto perché di olio di qualità ci sarà bisogno, e ai cittadini di comprare direttamente dai produttori, per avere garanzia di un prodotto di qualità, visto che nella Gdo si stanno già organizzando per la vendita di un prodotto che denominano “condimento” e che di olio extravergine ha solo il 30%. Da parte nostra cercheremo di limitare gli aumenti il più possibile».