Salute
In Basilicata la colonscopia 2.0 è meno invasiva e diventa virtuale
Nella regione il tumore al colon retto è il più diffuso (14%), con circa 500 casi l’anno. Oggi a Matera i risultati di una ricerca del Centro Radiologico «Madonna della Bruna»
MATERA - Il tumore al colon retto è il più diffuso in Basilicata (14%), con circa 500 casi l’anno. Seguono subito dopo prostata, mammella, polmone e stomaco. Oggi a Matera sono stati presentati il progetto di Ricerca Industriale «Colonscopia Virtuale Low Dose» e i risultati della ricerca realizzati dal Centro Radiologico Madonna delle Bruna. Al dottor Giuseppe Demarzio, ceo Centro Radiologico Madonna della Bruna, unico lucano con il titolo di Clinical Risck Mamager una figura professionale fortemente innovativa e sempre più rilevante e di cui potrà giovarsi anche il Sistema Sanitario Regionale, chiediamo di spiegarci di cosa si tratta.
Cosa ha spinto un Centro Radiologico, sia pure da tempo con strumentazioni di avanguardia, ad imboccare la strada della ricerca?
«La ricerca industriale e lo sviluppo sperimentale sono due ambiti fondamentali che permettono di differenziarsi sul mercato, di soddisfare al meglio le esigenze della clientela ed essere altamente competitiva e concorrenziale. Ed è per questo che l’impresa ha da sempre attivato al suo interno piani strategici di sviluppo che hanno avuto come punto di partenza un’attività di ricerca che consente al centro radiologico di utilizzare strumenti di ultima generazione. All’interno del piano industriale del Progetto è centrale un’attività di ricerca e sviluppo sperimentale, in collaborazione con l’Università di Bari Aldo Moro – Dipartimento Interdisciplinare di Medicina – Sezione Diagnostica per immagini, che ha per oggetto un’innovazione di processo legato al nuovo servizio di colonscopia virtuale, che il centro radiologico intende offrire. Con la piena realizzazione di questo progetto, la struttura sanitaria, è ora in grado di intercettare bisogni specifici di prevenzione e di salute, per migliaia di utenti regionali ed extraregionali. Il progetto nasce dalla voglia continua di innovarsi sempre più, con nuove attrezzature all’avanguardia e tecnologicamente avanzate, in modo da differenziarsi sul mercato locale, nazionale ed estero».
A che punto di innovazione è giunta la Diagnostica per immagini?
«La Diagnostica per Immagini in campo mondiale ha compiuto negli ultimi dieci anni, significativi progressi tecnologici, con un notevole miglioramento delle apparecchiature disponibili, sia in termini di risoluzione spaziale, sia in termini di miglioramento della sensibilità dei sistemi di rilevazioni delle radiazioni, con la possibilità di ridurre significativamente il carico di radiazioni ionizzanti per esame, mantenendo inalterata o, più spesso, migliorando l’accuratezza diagnostica.
In particolare, per la Tomografia Computerizzata, lo sviluppo degli apparecchi spirale e multistrato ha contribuito negli ultimi anni a migliorare l’accuratezza diagnostica della tecnica, ma anche a rendere l’esame più rapido e confortevole per il paziente. Operare oggi con Tomografi Computerizzati di età superiore ai sette-otto anni significa fornire un servizio non adeguato agli standard attuali.
Ed è in questo contesto che si inserisce il progetto in oggetto, per il quale il Centro Radiologico Madonna della Bruna, ha acquistato macchinari di ultima generazione che si rifletteranno non solo in un incremento della capacità produttiva ed in una migliore organizzazione aziendale, ma anche nell’offerta di esami diagnostici accurati, di elevata qualità oltre che nell’offerta del nuovo servizio di colonscopia virtuale low dose.
Inoltre, mediante il progetto il centro ha realizzato un’innovazione di processo che andrà a migliorare e a rendere meno invasiva la preparazione per la pulizia intestinale del paziente che deve sottoporsi a Colonscopia Virtuale al fine di ridurre al minimo il discomfort mantenendo un’elevata qualità dell’esame».
Ci può spiegare più semplicemente cosa rappresenta la colonscopia virtuale?
«È una modalità di imaging radiologico che consente di esplorare il lume del colon in modo simile ad una colonscopia tradizionale, senza che però venga utilizzata alcuna sonda endoscopica. In questo modo l'esame è molto poco invasivo, scarsamente indaginoso e solo lievemente fastidioso per il paziente.
Se per il paziente la preparazione intestinale è adeguata e la distensione ottimale, l'esplorazione del colon, mediante colonscopia virtuale è completa nel 100% dei casi.
Dal punto di vista del paziente la colonscopia virtuale è una metodica poco invasiva, che non richiede sedazione e subito dopo l'esame il paziente può tornare alla sua normale attività quotidiana.
La colonscopia virtuale, è inoltre notevolmente sicura, per quanto riguarda l'esposizione alle radiazioni, la dose a cui ci si espone con la colonscopia virtuale è bassissima. La nuova tecnologia, abbatte ulteriormente in modo drastico la dose di radiazioni, quindi l'impatto delle radiazioni è minimo, soprattutto se si considera che lo screening del colon va fatto ogni 5 anni. La colonscopia virtuale esclude ogni minimo rischio di perforazione del colon, rispetto alla metodica tradizionale».
Perché la scelta è ricaduta sulla Colonscopia virtuale?
«La Colonscopia Virtuale potenzialmente rappresenta una buona scelta per un programma di prevenzione in quanto è un test accurato e poco invasivo, con rischio di complicanze remoto. Per la sua non invasività, tale esame presenta l’indiscutibile vantaggio di essere accettato maggiormente dai pazienti rispetto alla colonscopia classica e, quindi, di incrementare l’adesione ad un programma di screening. L’ulteriore vantaggio offerto dalla Colonscopia Virtuale è il poter visualizzare l’intero contenuto della cavità addominale e della pelvi e dunque di “amplificare” i vantaggi dello screening individuando altre patologie extra-coliche. La diagnosi in fase asintomatica di patologie extra-coliche, come ad esempio masse solide al livello renale, linfoadenopatie, aneurisma dell’aorta, noduli calcificati nel parenchima polmonare ≥ 1 cm, è correlata con effetti benefici sullo stato di salute del paziente».
Dunque, solo vantaggi derivanti dall’utilizzo della colonoscopia virtuale?
«Purtroppo vi sono delle notevoli difficoltà che impediscono una diffusione dei programmi di screening del colon. Le cause sono da ricercarsi nel fatto che per lo studio del colon siano necessari esami poco gradevoli, spesso dolorosi e che necessitano di una procedura di preparazione esasperante. Da qui la decisione di inserire nel piano industriale del Progetto anche un’attività di ricerca in collaborazione con l’Università di Bari che ha come finalità di individuare una tipologia di pulizia intestinale meno invasiva in modo da ridurre il discomfort del paziente. Dal punto di vista del paziente, i maggiori vantaggi del nuovo servizio di colonscopia virtuale, che si caratterizza grazie al progetto di ricerca per una non invasività della preparazione, includono la rapidità dell'esame, la scarsa invasività e la possibilità di effettuare una colonscopia immediatamente dopo l'esame, se viene identificato un polipo o una lesione neoplastica».