L'evento
I Morra di Francia tornano a Valsinni: una visita «storica»
Catherine e Jean oggi ospiti degli attuali proprietari del castello, Pina e Vincenzo Rinaldi: una consegna simbolica delle chiavi
Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento di Pasquale Montesano, giornalista, storico e autore, tra l’altro, dei saggi «Isabella Morra alla corte dei Sanseverino» (Altrimedia Edizioni, Matera, 2017, prefazione di Raffaele Nigro); «La vera storia di Isabella Morra. Vita e morte di una poetessa» (Altrimedia Edizioni, Matera, 2022, prefazione di Michele Mirabella)
I Morra di Francia ritornano dopo oltre cinque secoli nel castello di Valsinni, dove visse nei secoli XVI e XVII, per oltre 130 anni, uno dei rami di quell’illustre casato del regno di Napoli. Prima Antonio Morra, figlio di Bartolomeo, poi il suo primogenito Giovan Michele, quindi Marcantonio e i suoi discendenti, furono infatti i feudatari Morra dell’antica Terra di Favale (Valsinni dal 1873), dove in gran parte vissero e morirono.
Oggi arriveranno per la prima volta a Valsinni, dalla Francia, Catherine e Jean de Moras, con i rispettivi coniugi. Una visita in forma privata, accolti dagli attuali proprietari Pina e Vincenzo Rinaldi, ma che domani avrà una veste pubblica e istituzionale con una serie di manifestazioni. E, in occasione del soggiorno a Valsinni, gli ospiti avranno anche l’opportunità di conoscere per la prima volta che il loro avo Cesare Morra non è da annoverarsi tra gli autori dell’uccisione della sorella Isabella, del pedagogo di casa Morra e del nobile Diego Sandoval de Castro (presuto amante di Isabella), poiché, come accertato da nuovi e inediti documenti, Cesare rimase al servizio del Principe di Bisignano almeno fino al 1553, ottenendo molti privilegi e la castellania del feudo della Bufalaria, sempre in Calabria. Se Cesare fosse stato implicato in quell’eccidio, il principe Pietro Antonio Sanseverino, che ospitava Isabella e lo stesso Cesare, mai avrebbe potuto proteggere un ricercato, l’assassino dell’amica e dama di compagnia della figlia, e di quella del nobile Diego Sandoval, protetto dall’imperatore Carlo V, del quale il Sanseverino era tra i più fidati consiglieri.
Alla fine anche Cesare decise di ricongiungersi agli altri suoi familiari in Francia, dove contrasse due matrimoni. Dal primo, con Catherine Chauvet, non nacquero figli. In seconde nozze si unì con Gabriella Faulcon, figlia di Antoine e di Françoise Chauvet, nipote di Philippe Chauvet, padre della prima moglie. Dalla loro unione nacquero quattro figli maschi: Antonio, Orazio, Gaspare e Carlo, e due femmine, Anna e Margherita. Da questi ebbe origine la numerosissima discendenza dei Morra o de Moras, come alcuni rami si fecero chiamare e che, nell’attuale generazione, annovera anche Catherine e Jean, che affascinati dalla narrazione della storia della loro famiglia, evidentemente rimasta viva nei secoli, hanno deciso di tornare nel castello che fu di Giovan Michele Morra e della figlia Isabella, la poetessa che tanto amò e invocò il genitore nelle sue rime. La loro venuta a Valsinni, per i cultori della storia e della poesia morriana può essere considerata “il ritorno” di Giovanni Michele Morra “in Spirito” al suo castello, abbandonato in fretta dopo la sconfitta militare della Francia, sicuramente con la speranza di potervi rientrare magari con accresciuti onori e ricompense qualora la Francia avesse riconquistato il regno di Napoli. Speranza che risultò vana per il barone di Favale, uomo d’armi rimasto sempre al servizio del re Francesco I e poi del figlio Enrico II, e per i suoi discendenti.
Il rientro di Catherine e Jean de Moras nella dimora che fu dei loro avi, è un evento al quale si è inteso dare la giusta importanza e farne un’occasione di celebrazione di Isabella, che a distanza di secoli continua a dare lustro e notorietà al piccolo borgo della Valle del Sinni. È sembrato, quindi, opportuno ai proprietari del castello, della famiglia Rinaldi da 102 anni, al Comune, al Parco Letterario, alla Pro loco, organizzare un’accoglienza degli ospiti francesi in forma ufficiale e pubblica, che prevede tra l’altro nella mattinata di domani una visita al Comune, ricevuti dal Sindaco, che donerà loro una targa rievocativa della venuta a Valsinni; a seguire l’ingresso ufficiale dei Morra nel castello con la consegna simbolica delle chiavi; un incontro nella sala convegni intitolata all’artista Luigi Guerricchio con autorità, studiosi e una rappresentanza della cittadinanza e la rievocazione da parte di Vincenzo Rinaldi di alcuni aspetti della figura di Isabella Morra. Nel pomeriggio, reading di poeti a cura di “Universum Basilicata - Associazione Regionale di Arte e Cultura”. Valsinni è sede del Parco Letterario alla poetessa intitolato, istituito nel 1993, il primo in Basilicata, meta ogni anno di migliaia di visitatori, turisti e studiosi, che nel castello baronale, nelle stradine e i “gafi” del centro storico rivivono, tra poesia e storia, tra emozioni e coinvolgimento, con il racconto di menestrelli e cantastorie, gli episodi della vita e della morte d’Isabella, accaduti in quei lontani tempi.
La scoperta e la notorietà di Isabella Morra si deve soprattutto a Benedetto Croce, che l’ha inserita nella storia della letteratura italiana per la sua originale poetica, tanto da essere considerata una delle voci più autentiche della poesia italiana del XVI secolo e una pioniera del Romanticismo. La giovane baronessa, nata nel 1520 nel castello di Favale, smentendo una vulgata consolidata, non visse sempre relegata tra i torrioni del maniero, oppressa da fratelli ignoranti e in “orride contrade”, ma ebbe nella prima giovinezza occasioni per frequentare la corte di Senise del Principe Pietro Antonio Sanseverino, che con la moglie Giulia Orsini e le figlie Eleonora e Felicia si recavano spesso in quel loro feudo della Valle del Sinni. Nel 1543, all’età di circa 23 anni, Isabella fu chiamata nella corte di Cassano dal Principe Sanseverino, come dama di compagnia della figlia Felicia, avendo modo di conoscere illustri letterati del regno di Napoli e di altre parti della penisola, che abitualmente frequentavano la corte del Principe Pietro Antonio. Usciva così dal suo isolamento esistenziale, come aveva auspicato nei suoi versi. Isabella rimase con Felicia fin quasi agli ultimi giorni della sua vita, prima in Calabria e poi a Matera, dopo che la principessa si era sposata con il duca Antonio Orsini. La tragedia avvenne a fine giugno 1546, dopo i festeggiamenti per le nozze del fratello Marcantonio nel castello di Favale. L’omicidio di Diego Sandoval de Castro si verificò alla fine di settembre.