Serie B
Il fragile Bari a caccia del botto. Niente scherzi contro l’Avellino
Il tecnico Vivarini: «Morale basso, vero. Chiedo umiltà, attenzione ai dettagli e voglia di lottare. Dobbiamo essere bravi ad andare oltre gli ostacoli»
Il «San Nicola» si prepara a chiudere il 2025 con una notte che vale più di una semplice partita di campionato. Bari-Avellino, diciottesima di regular season in programma stasera alle 19,30, vale come penultimo atto del girone di andata di B. Soprattutto, rappresenta uno spartiacque emotivo e tecnico per una squadra chiamata a dare finalmente una risposta credibile dopo mesi complicati. Il sedicesimo posto in classifica, piena zona playout, racconta senza sconti una prima parte di stagione assolutamente deludente, lontana da aspettative e ambizioni.
Vincenzo Vivarini ne è consapevole e prova a ricostruire la baracca partendo dal lato umano, dal rapporto con l’ambiente: «Innanzitutto rivolgo tantissimi auguri di buone feste ai nostri tifosi. Sono sempre giorni belli», le parole del tecnico abruzzese. Un messaggio che suona come un tentativo di riavvicinamento, perché il Bari ha bisogno del suo popolo. Subito dopo, però, il tecnico entra nel merito di una settimana diversa dalle altre, segnata da un’analisi profonda e necessaria: «Abbiamo analizzato la prestazione contro il Catanzaro, che non è stata confacente a quelli che sono i nostri obiettivi». Una partita, la scorsa al «San Nicola» contro i calabresi, che ha di nuovo certificato fragilità e limiti evidenti.
Non a caso, Vivarini parla di un intervento soprattutto mentale: «In questi ultimi giorni abbiamo cercato di lavorare sul cervello dei ragazzi e sulle attenzioni da avere in campo», spiega, sottolineando come la preparazione della sfida all’Avellino sia passata prima dalla testa e poi dalle gambe. I numeri, del resto, parlano chiaro: cinque partite senza vittorie, solo due gol segnati e ben otto subiti. Dallo 0-5 di Empoli ai pareggi sterili con Juve Stabia e Sudtirol, fino al ko interno col Catanzaro, il Bari ha smarrito brillantezza offensiva e sicurezza difensiva.
L’umore, inevitabilmente, ne risente: «Non è di quelli giusti», ammette Vivarini, che però invita a trasformare la difficoltà in occasione di crescita: «Dobbiamo fare di necessità virtù, avere la capacità di andare oltre gli ostacoli». In questo senso, il tecnico sottolinea l’atteggiamento positivo del gruppo, visto concentrato e predisposto al lavoro proprio per reagire a un momento che rischia di diventare pericoloso. Qualche segnale incoraggiante arriva dall’infermeria. «Per fortuna - rassicura il mister - recuperiamo Castrovilli, Pagano e Antonucci». Tre rientri che allargano le rotazioni e offrono soluzioni importanti in una gara che richiederà intensità e lucidità.
Anche perché l’Avellino, undicesimo in classifica, arriva a Bari con entusiasmo e maggiore equilibrio, come dimostrano i pareggi contro Palermo e Venezia, alternando solidità a qualche passaggio a vuoto: «Affrontiamo un avversario molto motivato, che disputerà una partita di grande ritmo e intensità», avverte Vivarini. Ecco perché il Bari dovrà rispondere con spirito, orgoglio e applicazione. «Contano le motivazioni e lo spirito di squadra. Occorre cambiare il modo di pensare, agire e stare in campo». È il messaggio più forte alla vigilia: umiltà, attenzione ai dettagli e voglia di lottare su ogni pallone. Chiudere il 2025 con una prova vera, prima ancora che con un risultato, è l’obbligo morale dei biancorossi. Il «San Nicola» attende segnali concreti. Ora tocca al Bari dimostrare chi è davvero.