la storia

Leon d’Oro, su il sipario per l'hotel di Piazza Moro a Bari: torna il simbolo di un’era

Davide Lattanzi

Ecco tutte le novità: oggi si terrà la cerimonia di inaugurazione della struttura, completamente rinnovata, che tornerà ad accogliere visitatori a partire da lunedì

L’hotel Leon d’Oro riapre le porte al pubblico dopo sei anni. Oggi si terrà la cerimonia di inaugurazione della struttura, completamente rinnovata, che tornerà ad accogliere visitatori a partire da lunedì. L’hotel, nella nuova versione rivista e aggiornata ai più moderni standard dell’accoglienza alberghiera, conterà su 74 camere, tra cui una suite e tre superior (con le altre equamente divise tra singole, doppie e matrimoniali), un roof garden al decimo piano, un’ampia hall, una reception e un bar al piano terra. Al primo piano, invece, la sala colazione che funge anche da ristorante a pranzo e a cena. Primo hotel ad aprire a Bari, alla fine dell’800, nel 1972 era stato completamente rinnovato, ma nel 2019 era arrivata la chiusura necessaria per realizzare una profonda ristrutturazione.

Bari Il simbolo di una città che si espandeva, sognava, superava i periodi bui del dopo guerra e si godeva il boom degli anni ‘90. Il quartiere Murat riabbraccia oggi l’hotel Leon d’Oro, il primo albergo della città, nonché l’immediato presidio che trovano i turisti provenienti dalla stazione centrale.

Spicca la grande insegna bianca e celeste sulla sommità del prospetto che fa angolo tra piazza Moro e via De Cesare. Un’epopea che affonda le sue radici nel 1884, quando Luigi Farace sposò una delle eredi Laneve ereditando la gestione della struttura inizialmente costituita su una bassa palazzina, poi sopraelevata di due piani nel 1925. Durante la seconda guerra mondiale fu requisito dai tedeschi, mentre nel 1972 Luigi Farace (che diventerà anche sindaco di Bari) optò per la demolizione a favore di un edificio più moderno realizzato in 14 mesi su progetto dell’architetto Onofrio Mangini ed esecuzione dell’impresa Matarrese. La storia di famiglia prosegue oggi con Pantaleone Farace, 32 anni, che sarà l’amministratore dell’hotel.

«Ritroviamo un simbolo della nostra città», racconta Renato Gagliano, titolare della Libreria Roma, da oltre 55 anni «pilastro» del murattiano. «Al Leon d’Oro sono legati moltissimi ricordi. Innanzitutto, è stato per decenni il mio hotel di riferimento per ospitare gli scrittori che partecipavano agli incontri con gli autori organizzati in libreria. Ricordo che fu proprio Luigi Farace una delle principali anime che determinarono l’intitolazione della vecchia piazza Roma ad Aldo Moro, poco dopo la sua morte». Un presidio che non si distingueva soltanto come struttura ricettiva, ma anche come ristorante. «Negli anni ‘60 - svela ancora Gagliano - la ristorazione fu affidata a Giuseppe Lagrasta, un genio del settore. Per chi veniva a Bari, un pasto al Leon D’Oro era d’obbligo, anche per l’eccezionale rapporto qualità-prezzo. L’auspicio è che possa rappresentare la rinascita della nostra piazza: basta spaccio e criminalità, vogliamo anche noi un luogo moderno dove si potrà passeggiare in sicurezza».

«Il Leon d’Oro riporta a tanti momenti della mia infanzia», aggiunge l’avvocato Walter Carrassi che cura gli interessi del bar Sayonara in piazza Moro. «Per tanti anni si servivano spesso da noi, in particolare per le colazioni oppure per i soft lunch. Ma soprattutto rappresenta la pietra miliare del cambiamento. Oggi Bari è una città turistica a 360 gradi, mentre all’epoca quasi guardavamo straniti i pochi vacanzieri che arrivavano in città muniti di valigia per visitarla». Nonostante le sue radici lontane, l’hotel è stato anche invaso dai giovani in cerca di gloria e visibilità. «Fino a pochi anni dalla sua ultima chiusura - racconta ancora Walter Carassi - il Leon d’Oro ospitava le selezioni per il Grande Fratello. Arrivavano quindi centinaia di giovani per i casting sperando di strappare l’ingresso verso una possibile celebrità. La struttura è uno straordinario esempio di tenacia: ha saputo superare i cambiamenti dei tempi reinventandosi ed adattandosi ad ogni epoca. Ora ritroverà una città molto più attrattiva, ma altrettanto complessa. L’augurio è che possa ancora essere un riferimento per una zona bisognosa di rinascere dopo tante difficoltà».

Il Leon d’Oro riaprirà i battenti oggi con una grande cerimonia dalle 8 alle 20 con ingresso libero. Chi lo ha conosciuto e varcherà di nuovo la sua soglia, tra tante innovazioni, ritroverà senz’altro qualcosa di familiare.

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