il caso

«I soldi del 5 per mille per comprare l'attico in centro», Olivieri e la moglie rischiano un altro processo

La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio dell'ex avvocato e della ex consigliera comunale barese già coinvolti in Codice Interno. Ma la difesa: operazioni legittime

Oltre 20mila pagine di atti per dimostrare che Giacomo Olivieri e la moglie Maria Carmen Lorusso avrebbero svuotato alcune società e la stessa fondazione intitolata alla madre dell’ex avvocato per alimentare il loro elevatissimo tenore di vita. E’ per questo che la Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex consigliere regionale, 64 anni, tuttora ai domiciliari dopo l’arresto del 2024 nell’ambito del blitz Codice Interno sui rapporti tra mafia e politica che ne ha visto la condanna in primo grado a 10 anni.

La Procura, con la pm Bruna Manganelli, accusa i coniugi Olivieri di autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori per quasi 4 milioni di euro. Olivieri in particolare si sarebbe appropriato di 2,7 milioni provenienti dalla bancarotta della Immoberdan (una società barese che doveva costruire un complesso su via Oberdan), soldi che avrebbe drenato attraverso una parcella per assistenza legale (ritenuta ingiustificata) e poi utilizzato tra l’altro «per estinguere posizioni debitorie, quali il pagamento dell’assegno di mantenimento all’ex moglie e alla figlia». Dalla Fondazione Maria Rossi Onlus invece l’ex avvocato barese avrebbe drenato i proventi del «cinque per mille» e quelli di alcune donazioni, mettendosi in tasca 797mila euro tra il 2015 e il 2021, soldi transitati sui conti correnti di alcuni prestanome e poi riutilizzati per acquistare l’attico di via Melo 190 intestato alla moglie per provare a sfuggire ai procedimenti giudiziari: da qui l’accusa di trasferimento fraudolento di valori contestata anche alla ex consigliera comunale barese Lorusso.

L’udienza preliminare si è aperta ieri 15 dicembre davanti al gup Rossana de Cristofaro. La difesa (avvocati Gaetano e Luca Castellaneta) ha depositato documentazione, compresa una consulenza tecnica, per provare a dimostrare la legittimità delle operazioni contestate dalla Procura. L’udienza riprenderà a marzo.

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