il processo

Bari, chiedeva il pizzo per non affondare le barche nel porto: 53enne condannato a 4 anni, esclusa l'aggravante mafiosa

Per il pluripregiudicato Domenico Sidella il pm antimafia Marco D’Agostino aveva chiesto 12 anni di reclusione. Assolti gli altri due imputati, la moglie e un altro uomo

Il Tribunale di Bari ha condannato alla pena di quattro anni di reclusione il pluripregiudicato 53enne Domenico Sidella, imputato per le presunte estorsioni mafiose ai pescatori del porto di Santo Spirito, quartiere costiero a nord di Bari. Per lui il pm antimafia Marco D’Agostino aveva chiesto 12 anni di reclusione. I giudici hanno escluso l’aggravante mafiosa e hanno assolto gli altri due imputati, la moglie Caterina Santoro, di 47 anni, che secondo l'accusa aveva il ruolo di cassiera (per lei la Dda aveva chiesto la condanna a 6 anni e 7 mesi di reclusione); e il presunto complice Raffaele Altieri, di 60 anni, accusato di aver avuto il compito di riscuotere il pizzo (il pm aveva chiesto 9 anni).

Nel processo il Comune di Bari e la Regione Puglia si erano costituiti parti civili. Stando alle indagini dei carabinieri, i proprietari delle imbarcazioni ormeggiate nel porto di Santo Spirito sarebbero stati costretti a pagare per anni a Sidella dai 10 ai 100 euro al mese come protezione da incendi, affondamenti, danneggiamenti, pestaggi.

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