serie b
Un Bari senza fisionomia, Caserta cambia troppo: la quadratura del cerchio non si trova
Dieci squadre diverse e sette variazioni di moduli iniziali in 11 partite. Si era partiti con il 4-3-3 ma per «liberare» la spinta di Dickmann e Dorval il tecnico ha poi deciso di virare sulla difesa a 3
Dieci formazioni diverse e sette variazioni di moduli iniziali in undici partite per il Bari di Fabio Caserta a caccia di una identità tattica, oltre che caratteriale. Tante, forse troppe sperimentazioni, oltre ad innumerevoli scelte di uomini dettate in parte da infortuni e squalifiche e per lo più dalla necessità di trovare una quadra ancora lontana dall’essere centrata.
Illusoria l’apparente continuità paventata nelle prime due formazioni identiche a Venezia e contro il Monza per il debutto in campionato al San Nicola. Caserta parte convinto col 4-3-3. Dickmann e Dorval si abbassano sugli esterni della linea difensiva. Il capitano Vicari ed il greco Nikolaou compongono la rinnovata coppia centrale dei biancorossi. Braunoder e Pagano laterali con Verreth in cabina di regia. Partipilo e Sibilli attaccanti esterni a supporto di Moncini prima punta. Il modulo ricalca in pratica la stessa veste tattica presentata nel battesimo stagionale a San Siro contro il Milan per il turno preliminare di Coppa Italia. La retroguardia è la stessa che sarà riproposta in Laguna e contro i brianzoli. Diversi, invece, gli attori in mezzo al campo. Bellomo e Pagano partono dal via a destra e sinistra con Braunoder trequartista di quantità e rottura. Tridente d’attacco con Moncini punta centrale e le meteore Sibilli e Pereiro (gioca per 52’), quest’ultimo uscito dai radar con appena 22’ giocati in regular season e da subentrato contro Venezia e Padova. La disponibilità del trequartista napoletano si esaurisce, invece, all’indomani di Bari-Sampdoria del 27 settembre per via della squalifica che chiude a 365 i minuti disputati quest’anno in cinque apparizioni con la maglia del Bari.
Le prime certezze cadono a Modena, dove il tecnico passa al 4-2-3-1 con gli stessi interpreti ma disposti diversamente. La difesa resta la stessa delle prime due giornate. Verreth e Braunoder in mediana. Sibilli e Partipilo larghi sugli esterni con Pagano dietro la punta Moncini. La pesante sconfitta del Braglia induce Caserta ad un nuovo cambiamento per la seconda trasferta consecutiva a Palermo. Si sperimenta la difesa a tre. Con Dickmann a destra, Vicari in mezzo e Nikolaou a sinistra. Sibilli e Dorval esterni di un centrocampo a quattro con Braunoder e Verreth centrali. Darboe e Castrovilli dietro Moncini. Esperimento fallito, a giudicare dall’ennesimo stop (2-0).
Per il match del 27 settembre contro la Sampdoria ecco il 3-5-2. Dietro, novità Meroni a destra. Il solito Vicari in mezzo. Nikolaou a sinistra. Dickmann e Dorval quinti di centrocampo. Zona nevralgica, da destra a sinistra, con Maggiore, Verreth e Castrovilli. Prima volta per il tandem d’attacco Moncini-Gytkjaer. Arriva un pareggio con conseguente conferma della difesa a tre anche per il test di Chiavari contro la Virtus Entella. Stesso modulo, ma altri interpreti. A destra debutta Pucino. Nikolaou si sposta al centro. A sinistra battesimo per Burgio. Cambia quasi tutto dalla cintola in su. Si torna ad un centrocampo a quattro. Dickmann a destra. Dorval a sinistra. Braunoder e Verreth in mediana. Pagano dietro le due punte che stavolta sono Partipilo e Moncini. Prova deludente, nonostante il punto in cascina. Tanto da convincere Caserta a stravolgere tutto dopo quattro giorni al San Nicola contro il Padova. Novità assoluta con uno sperimentale 4-1-4-1. In difesa stavolta a destra tocca a Dickmann. Su sponda mancina confermato Burgio. In mezzo, complice l’infortunio di Vicari, coppia inedita Meroni-Nikolaou. Verreth mediano basso davanti la retroguardia. Prima volta per Antonucci esterno di centrocampo a destra. Idem per Rao sul fronte opposto. Pagano e Castrovilli formano la coppia centrale alle spalle dell’unica punta Gytkjaer, preferito per la prima volta a Moncini come solitario terminale offensivo. Si vince ma non convince. E, allora, a Reggio Emilia si ripropone il 3-4-2-1 di Palermo. Ovviamente con uomini differenti. I braccetti difensivi sono Pucino a destra e Nikolaou a sinistra. Meroni centrali. Quartetto centrale con Dickmann a destra e Antonucci a sinistra. Dentro al campo giocano la novità Darboe affiancato da Braunoder. In attacco Moncini riprende il suo posto da titolare per il forfait di Gytkjaer, sostenuto alle spalle dal duo barese Partipilo-Castrovilli. La batosta è pesante. Tanto che in Bari-Mantova, per la prima volta, c’è spazio anche per un insolito 3-5-1-1. Tridente difensivo ma Pucino si sposta a sinistra per lasciare il posto sulla destra al giovane Kassama. Meroni resta il centrale. In mezzo, centrocampo folto. Da destra a sinistra giocano Dickmann, Castrovilli, Verreth, Maggiore e Dorval. Nuova chance per Antonucci, questa volta libero di spaziare alle calcagna di Moncini. Schieramento che paga con la seconda vittoria interna che prelude a quella sul Cesena. Come a Reggio Emilia e a Palermo, Caserta riprova il 3-4-2-1 che in realtà assomiglia di più ad uno strambo 3-6-1. Pucino torna a destra. Nelle vesti di braccetto di sinistra si rivede Nikolaou. Meroni confermato al centro. Dickmann e Dorval esterni di centrocampo, coadiuvati in mezzo da Maggiore e Darboe. Ancora un’opportunità per Antonucci che fa coppia con Castrovilli dietro il solito Moncini. Funziona per altri tre punti, per quanto lo scorso 7 novembre a La Spezia si rivede un 3-4-1-2 che assomiglia più ad un 3-5-2. Caserta non si muove dalla difesa a tre, identica a quella schierata contro il Cesena. Nessuna sorpresa nemmeno sulle fasce dove Dickmann e Dorval assicurano continuità e spinta. Maggiore e Verreth fanno filtro in mezzo con Antonucci tra le linee in interdizione tra il centrocampo ed il redivivo attacco a due con Moncini ed il rientrante Gytkjaer già ammirati insieme nella sfida contro la Sampdoria. Ultime trovate foriere di un punto sofferto.