L'inchiesta
Viaggio nei mercati di Bari, in via Portoghese il provvisorio ormai stabile da dieci anni
Ambulanti in attesa del trasferimento nel futuro park&ride vicino al cimitero
Quella di via Portoghese doveva essere una soluzione «provvisoria». Ma come spesso accade, il provvisorio dura anni: dieci per la precisione. Il mercato del lunedì, che da via Tommaso Fiore è stato trasferito a ridosso dell’Arena della Vittoria è ancora lì. Il trasferimento annunciato nel 2019 con una soluzione che prevede una doppia funzione per le aree in via Scopelliti (nei pressi del cimitero), che diventeranno un parcheggio, con soluzione park&ride, tutti i giorni eccetto il lunedì, quando ospiteranno il mercato. I lavori partiranno, tra annunci e ritardi in primavera. Intanto i mercatali convivono con immondizia e degrado. Sono meno di trecento. In passato molti di più e vendono principalmente capi di abbigliamento, ma anche arredi vari.
«Questo - spiega un ambulante - è un mercato frequentato per lo più da comunità di migranti o da persone che non hanno la possibilità di comprare nei negozi perché i costi sono troppo alti. C’è sempre gente ma lavorare in queste condizioni è difficile».
Il mercato è costeggiato da bustoni pieni di immondizia. «Noi li riempiamo una volta alla settimana anche di rifiuti che non sono i nostri. Non abbiamo carrellati e provvediamo a fare quanto necessario per tenere questo posto pulito». Il dito è puntato su una discarica a cielo aperto con residui del cantiere che è a ridosso di una parte del mercato. Ci sono vari materiali di scarto provenienti dalle attività di costruzione e demolizione, inclusi calcinacci, legno, metalli, plastica, vetro e una montagna di buste nere abbandonate alla meno peggio.
Un paio di anni fa l’amministrazione propose un mese di aperture pomeridiane dalle 16 alle 21 spiegando che sarebbe stata un’opportunità per la città con la certezza che i cittadini avrebbero partecipato volentieri al mercato serale. «Certo, c’era gente ma c’erano anche famiglie di topi che attraversavano i viali. Ci avevano detto che sarebbe stato un momento di socialità e noi ci abbiamo provato, ma non fanno mai i conti con la realtà. Non si rendono conto che mancano i servizi e manca il decoro per offrire ai nostri clienti una alternativa».
«Paghiamo da 300 a 400 euro all’anno per stare qui una volta alla settimana e cosa abbiamo in cambio? Non c’è pulizia, né manutenzione. Viviamo alla giornata e cerchiamo di fare noi quello che possiamo», spiega ancora un ambulante mentre porta i cartoni da una bancarella. «Provi a tornare d’estate qui. Le temperature sono roventi. C’è il puzzo di chi utilizza questo come un bagno a cielo aperto. Se guarda bene tra le sterpaglie trova anche le siringhe dei tossici che qui la notte trovano il luogo ideale per drogarsi indisturbati. Per noi non c’è alcun rispetto. Dovevano trasferirci subito nell’area di via Scopelliti. Sono passati anni e siamo ancora qui circondati dall’amianto».
«A Bari i mercati rionali stanno morendo – interviene un passante - e non è un caso. L’abbandono è troppo evidente per essere solo disattenzione. L’amministrazione lascia morire lentamente il piccolo commercio. Basta guardare quante saracinesche abbassate ci sono. Dal centro alla periferia, senza fare alcuna distinzione. È un vero peccato, perché Bari è da sempre una città devota al commercio, con una tradizione viva fatta di bancarelle, voci, profumi e persone. Stanno spegnendo l’anima vera della città, pezzo dopo pezzo».