La città che cambia

Bari, slitta il sottopasso dell'Executive: per i lavori servirà almeno un altro anno

Davide Lattanzi

Il tunnel che dovrebbe collegare i quartieri San Pasquale e Japigia: contratto d'appalto e progetto esecutivo previsti a inizio 2026

Uno snodo che collegherà tre quartieri cambiando radicalmente la mobilità del capoluogo. Un’opera infrastrutturale di grande importanza che rientra nel maxi progetto del nuovo «Nodo ferroviario sud» di Bari, un cantiere da circa 460 milioni curato da Ferrovie dello Stato. Il progetto Executive è senza dubbio tra i più richiesti e discussi in città. Eppure, nell’epoca dei grandi cantieri, tali opere subiranno uno slittamento sostanziale. Basti pensare che il maxi intervento avrebbe dovuto vedere la luce entro la fine del 2025, invece nulla è stato davvero avviato, eccetto qualche opera preparatoria. Attualmente, la previsione si sposta almeno di un anno. O forse anche di più.

CROCEVIA - Dopo anni di attesa, era finalmente giunto il via libera per cominciare la costruzione di un tunnel a quattro corsie (con spartitraffico centrale), destinato a unire l’area di via Amendola con i quartieri Japigia e Madonnella. Un progetto che non solo faciliterà il flusso del traffico, ma rappresenterà anche un passo cruciale per la demolizione e la successiva ricostruzione del ponte di via Omodeo (in realtà si chiama San Pio) al fine di ristrutturare e modernizzare l’infrastruttura stradale esistente.

Tra via Fresa e viale San Pio - Nel dettaglio, il sottopasso dovrebbe creare un collegamento vitale tra via Diomede Fresa (prosecuzione di viale Einaudi) e viale San Pio, situato strategicamente dietro alla rotatoria realizzata tra via Caldarola e via Salapia. Il tunnel dell’Executive (è alle spalle dell’Executive Center) connetterà così il quartiere San Pasquale a Japigia e quindi Madonnella offrendo una connessione fondamentale proprio in previsione della demolizione del ponte San Pio che sarà successivamente ricostruito: in futuro, il sottopasso resterà comunque come alternativa stabile al ponte che sarà abbattuto proprio quando il nuovo snodo sarà aperto al traffico, sfoggiando specifiche moderne con carreggiate più ampie, un largo marciapiede una parte, mentre dall’altra una rotatoria che fungerà da collegamento a via Amendola, un’altra delle arterie destinata ad essere riqualificata. La strada, infatti, sarà ricostruita e ripensata nel tratto che viaggia verso la Statale 100, così come sarà rimodulato il percorso verso l’estramurale Capruzzi.

I MOTIVI DEI RITARDI - Sulla carta, insomma, è alle porte un’autentica rivoluzione. Che, però, adesso è in fase di stallo. Una serie di confronti con residenti e commercianti, infatti, ha richiesto modifiche sostanziali. Al momento, è stato necessario chiudere la progettazione esecutiva per non ostacolare l’appalto integrato. Rfi, pertanto, su richiesta del Comune ha deciso di inserire le variazioni richieste dai cittadini. In particolare, l’apposizione dei parcheggi per la residenza disposti per una metà sul lato dell’Executive, per l’altra verso Japigia. Sarà anche aggiunta una pista ciclabile, così come sarà ampliata la carreggiata su viale Einaudi.

Concertazione - La fase di concertazione, però, si sta rivelando più lunga e complicata del previsto. Soltanto verso l’inizio del nuovo anno dovrebbero essere chiusi accordi e contratti, poi si proverà ad accelerare l’iter. Una volta esaurita la fase prettamente burocratica, gli enti coinvolti saranno chiamati ad esprimere i pareri definitivi. In definitiva, nella migliore delle ipotesi, i passaggi autorizzatori potrebbero essere completati soltanto a primavera inoltrata: in tal caso, i lavori comincerebbero verso l’estate, ma non è escluso un ulteriore rinvio verso settembre. Le opere condotte finora si sono limitate soltanto a interventi preliminari e preparatori nelle campagne che ospiteranno i nuovi tracciati.

Cantieri - Data la mole di cantieri aperti in città (le grandi riqualificazioni di piazza Moro, via Argiro e via Manzoni), ai quali presto si aggiungerà l’intensificarsi delle opere riguardanti il Brt, l’amministrazione comunale aveva previsto un eventuale slittamento sul cronoprogramma iniziale di un’altra opera che si preannuncia altamente impattante sul territorio. Toccherà poi a Rfi recuperare almeno in parte il tempo perduto. Nel frattempo, è evidente che il progetto Executive sia la dimostrazione di una strategia condotta nel segno della cittadinanza attiva: le richieste di esercenti e residenti, infatti, dovrebbero essere rispettate in blocco per realizzare una serie di infrastrutture idonee a mettere in atto un cambiamento radicale in ben tre quartieri della città.

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