L'iniziativa
Il Liceo Socrate a Bari spegne 50 candeline: la festa con gli ex studenti, ci sono anche Leccese e Serena Brancale
La dirigente Santa Ciriello: «un’occasione per sostenere l’importanza degli studi classici»
C’è un pezzo della storia del liceo classico Socrate nell’aula magna della sede di via San Tommaso D’Aquino. Ci sono ex studenti diventati professionisti e i professori che li hanno aiutati a crescere. Ci sono i dirigenti e il personale Ata di una comunità scolastica che ieri era in festa. Ma soprattutto ci sono i ricordi. Come quando il Socrate era la succursale del Flacco in via Fanelli. Quando veniva chiamato il «Flacchetto» e un referendum tra studenti lo battezzò Socrate.
Pezzi di vita condivisi tra i banchi di scuola e raccontati dal sindaco Vito Leccese, ex «socratino», dall’ex rettore dell’Università di Bari, Stefano Bronzini e all’artista Serena Brancale.
Quello di ieri è solo il primo di una serie di eventi che consentiranno di fare memoria dei primi cinquant’anni del Liceo barese e di promuovere l’immagine e il ruolo del liceo classico nella formazione delle giovani generazioni anche come presidio di impegno civile, promotore di dialogo tra le culture a garanzia di pace, di uguaglianza e autentico progresso.
«Sarà un lungo percorso – spiega a La Gazzetta del Mezzogiorno, Santa Ciriello, preside del Socrate – con il chiaro obiettivo di dare lustro alla storia della nostra scuola. Ma anche una occasione per sostenere l’importanza della formazione classica».
La preside ha spiegato che il calo dell’interesse verso una formazione tradizione è dettata dalla convinzione che il latino e il greco siano in realtà lingue morte. «I ragazzi sono più orientati agli scientifici o agli istituti tecnologici. Si parte da un preconcetto che non rende giustizia ad un percorso formativo che dà la possibilità di ragionare. Al classico si ‘impara ad imparare’ acquisendo delle competenze spendibili in tutte le professioni. Il latino e il greco non sono funzionali solo all’acquisizione dei contenuti ma sviluppano grazie all’esercizio di traduzione anche un metodo di vita».
La dirigente scolastica, già preside del Socrate per dodici anni, è tornata - dopo tre anni di presidenza in un altro istituto - alla guida di una scuola che accoglie ogni giorno ottocento studenti.
«I giovani vivono un momento di grande fragilità. L’emergenza Covid ha fatto emergere indubbiamente una serie di problematiche che ancora oggi stiamo cercando di affrontare. Il tema dei temi è il mancato ascolto di una generazione che spesso viene lasciata sola. Dai coetanei, ma soprattutto dalle famiglie. Per questo nella nostra scuola puntiamo, tra le altre cose, a laboratori autogestiti. E soprattutto cerchiamo di coinvolgere i ragazzi nei programmi ministeriali di approfondimento. D’altronde insegnare è proprio questo: avere la capacità di lasciare un segno, di cucire per ognuno l’abito più adatto».
Il prossimo 12 dicembre il liceo accoglierà un dialogo tra il capo della Procura di Bari, Roberto Rossi e il Prefetto di Avellino ed ex alunna del Socrate, Rossana Riflesso.