il caso

Protesta dei disabili alla Regione, Emiliano: «Chi manifestò occupando il palazzo non fece violenze nè danneggiamenti»

ISABELLA MASELLI

Così il presidente della Regione Puglia nella testimonianza resa in Tribunale nel processo che vede imputati sette disabili accusati di interruzione di pubblico servizio e invasione di edifici nella vicenda risale a luglio 2021

«Nel palazzo della Regione in quei giorni in cui alcuni disabili hanno deciso di rimanere anche la notte, non è accaduto nulla di particolarmente rilevante, non ci sono state né violenze, né danneggiamenti. Eravamo solo molto preoccupati che queste persone che dovevano stare lì tante ore nonostante una situazione di disagio assoluta, fossero assistite nella migliore delle maniere e ovviamente speravamo di riuscire a risolvere rapidamente le loro istanze per diminuire al massimo i loro disagi».

Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sintetizzando la testimonianza appena resa in Tribunale nel processo che vede imputati sette disabili accusati di interruzione di pubblico servizio e invasione di edifici. La vicenda risale a luglio 2021. Il gruppo dei disabili stava manifestando per protestare – ha spiegato Emiliano in aula, citato come teste della difesa – contro il nuovo sistema di approvvigionamento dei presidi, come le sedie a rotelle.

Manifestavano all’esterno del palazzo della Presidenza sul lungomare (di qui l'accusa di interruzione di pubblico servizio legata al presunto blocco stradale) e anche all’interno (la presunta invasione), fino a restare alcune notti in presidio negli uffici della Regione. «Questa occupazione – ha detto Emiliano - non ha provocato alcun rallentamento dell’attività della Regione, ha però provocato una mia arrabbiatura, sia perché con alcuni di questi attivisti c’era un dialogo quasi quotidiano, sia per gestire la loro presenza in sicurezza”.

I sette imputati, alcuni mesi dopo la vicenda, hanno ricevuto decreti penali di condanna per 9.500 euro ciascuno, che poi hanno impugnato finendo tutti alla sbarra. 

Privacy Policy Cookie Policy