Il caso
Fiera del Levante, lo stand palestinese ha di nuovo il suo nome
Dopo la denuncia dell'attivista Viviana Guarini. Gli espositori: non vogliamo polemiche ma difendiamo la nostra identità
Lo stand palestinese alla Fiera del Levante ha finalmente il suo nome. Dopo le polemiche sollevate ieri dall’attivista ed ex consigliera regionale Viviana Guarini, che aveva denunciato la mancanza dell’indicazione “Palestina” nello spazio espositivo, questa mattina la scritta è stata apposta accanto agli altri Paesi nella Galleria delle Nazioni.
La decisione - fanno sapere gli organizzatori - è arrivata in seguito alla richiesta formale della società Foglie di Ulivo di Al Said, con sede a San Paolo (BS), che gestisce lo stand. Nuova Fiera del Levante s.r.l. ha comunicato di aver provveduto immediatamente all’integrazione del nome, precisando anche che si riserva di tutelarsi legalmente da ogni possibile strumentalizzazione della vicenda.
Determinante, oltre alla denuncia pubblica di Guarini, anche l’impegno diretto della vicesindaca di Bari Giovanna Iacovone, insieme al sostegno dell’Assemblea Bari Palestina e di numerosi cittadini che si sono mobilitati nelle ultime 24 ore. «Grazie alla Fiera del Levante per aver rimediato all’errore, grazie all’impegno della vicesindaca Iacovone e a tutti coloro che si sono mobilitati», ha commentato Guarini sui social, esprimendo vicinanza allo stand palestinese.
Presso lo spazio espositivo è ora possibile acquistare prodotti palestinesi, contribuendo così anche alla raccolta di fondi destinati agli aiuti umanitari per Gaza.
"Siamo iscritti come espositori alla Fiera del Levante 2025 con lo stand registrato sotto il nome Foglie di Ulivo - è scritto nella Pec che stamattina i titolari dello stand hanno inviato alla Fiera -. In fase di compilazione del modulo di iscrizione, abbiamo correttamente indicato la nostra provenienza geografica come Nablus / West Bank, in quanto l’opzione Palestina non risultava disponibile nel menù a tendina dedicato alla selezione del Paese". "Con nostro stupore - prosegue la Pec -, al momento dell’allestimento dello stand, abbiamo constatato l’assenza di qualsiasi indicazione geografica o nazionale, a differenza di quanto visibile su tutti gli altri stand della Galleria delle Nazioni. A seguito di una nostra prima richiesta di chiarimento ai responsabili in Amministrazione, ci è stato comunicato che la dicitura "Palestina" non era stata inserita per evitare possibili polemiche. Il giorno seguente, abbiamo chiesto se fosse possibile aggiungere autonomamente – o con il vostro supporto – il nome Palestina sull’insegna del nostro stand, ma ci è stato risposto che “è meglio di no” per evitare problematiche".
"In occasione di altre fiere internazionali - prosegue la PEC inviata dai titolari dell'azienda alla Fiera -, è sempre stata l’organizzazione a garantirci che il nome “Palestina” fosse visibile sul nostro stand, poiché per noi è un principio irrinunciabile. Desideriamo ribadire con fermezza che la nostra partecipazione rappresenta la Palestina, e riteniamo imprescindibile che tale indicazione venga riportata sull’insegna dello stand, come previsto per tutti i Paesi rappresentati nella Galleria delle Nazioni".
I titolari dell'azienda garantiscono di non essere alla ricerca di polemiche, ma di considerare "essenziale" il loro "elemento identitario". "Già il primo giorno di fiera - scrivono - ci siamo ritrovati con una continua richiesta da parte di passanti sulla nazione che rappresentiamo e sul perché fossimo gli unici senza nome della nazione sull'insegna, trovandoci in difficoltà sulle risposte da dare in quanto non è stata in alcun modo una nostra scelta. Non era assolutamente nostra intenzione far alzare polemica su questa questione. Per noi si tratta di un elemento essenziale sotto il profilo identitario, culturale e istituzionale, e riteniamo che tale richiesta sia pienamente coerente con i principi di equità, inclusività e rispetto delle diverse rappresentanze internazionali che la Fiera del Levante ha sempre promosso".