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Bari Vecchia tra rifiuti e parcheggio «selvaggio», la rabbia dei residenti: «Limitare gli accessi al centro storico»
Il borgo antico si riscopre attanagliato dalle solite «criticità», malgrado il boom del turismo che ha riempito le sue strade per l’intera estate
Il Museo Civico trasformato in una sorta di parcheggio a cielo aperto, la piaga dei rifiuti che non accenna a placarsi: Bari Vecchia si riscopre attanagliata dalle solite «criticità», malgrado il boom del turismo che ha riempito le strade del borgo antico per l’intera estate.
PARCHEGGI SELVAGGI Le immagini del centro storico sono emblematiche. Non c’è alcuna disciplina nel parcheggiare le auto. Persino un’area di pregio come il Museo Civico (che ha registrato oltre duemila ingressi tra luglio e agosto) è presa d’assalto da auto che entrano nel quartiere senza soluzione di continuità. Il piazzale è continuamente occupato da macchine di qualsiasi cilindrata, furgoni, mezzi adibiti alle consegne. Un contesto che si replica anche nelle stradine rendendo impossibile il normale flusso del traffico e ponendo gravi difficoltà al rientro in casa dei residenti. Eppure, appena lo scorso luglio, si era svolto un proficuo incontro con l’amministrazione comunale per affrontare il problema. Da molto tempo, infatti, gli abitanti della zona reclamano una regolamentazione più efficace e funzionale degli spazi dedicati ai posti auto.
La «dotazione» attuale degli stalli di Zona a traffico limitato (Ztl) non solo risulta insufficiente, ma spesso è vanificata dall’apertura costante dei varchi d’accesso alla Città Vecchia: in tal modo, infatti, chi entra in maniera incontrollata nel rione, finisce puntualmente con l’occupare i posti destinati alla residenza o, peggio ancora, ostruisce i vicoli impedendo una circolazione scorrevole lasciando l’auto dove capita, senza curarsi nemmeno di monumenti di pregio o piazze storiche. Due i varchi d’accesso che erano stati esaminati: uno tra piazza Massari e il Castello Svevo e l’altro a ridosso del lungomare De Tullio, nelle vicinanze della chiesa di Santa Chiara. L’idea sarebbe procedere alla loro chiusura con un iniziale periodo di sperimentazione con la fruizione di tale passaggio soltanto da parte dei residenti quantomeno nelle ore serali (dalle 20 o dalle 21 in poi).
Il Comitato Santa Teresa dei Maschi, in particolare, aveva proposto l’armonizzazione con le fasce orarie degli altri varchi d’accesso a Bari Vecchia. Le altre idee valutate portavano, inoltre, ad allargare la zona Ztl comprendendo anche la banchina di Sant’Anna, nonché la chiusura di strada Attolini. Il sindaco Vito Leccese aveva anche previsto un parcheggio ad esclusivo uso dei residenti nel piazzale del Gambero. Un progetto che avrebbe dovuto sposarsi con l’imminente realizzazione del Parco del Castello che aggiungerà al quartiere tanto verde, con una pedonalizzazione più radicale da un lato e la creazione di un parcheggio molto più grande nella zona del porto con il triplo dei posti disponibili rispetto a quelli attuali. Tuttavia, il piano non è stato finora attuato.
RIFIUTI IN PIAZZE E STRADINE Proseguono, inoltre, i conferimenti irregolari dei rifiuti. Piazza Corridoni, chiamata dai residenti «l’angolo del rimmato», resta una delle zone più penalizzate sul decoro urbano, ma buste dell’immondizia si trovano regolarmente anche nel bel mezzo delle strade o fuori dalle abitazioni. Finora la situazione non è migliorata sensibilmente, malgrado l’avvio della raccolta porta a porta riservata alle utenze non domestiche come locali adibiti alla ristorazione o b&b. Il sospetto è che residenti di altri quartieri continuino a sversare rifiuti nel centro storico. «Bari Vecchia dovrebbe essere il fiore all’occhiello della città: la cartolina che ogni turista porta nel cuore», è il pensiero degli abitanti del quartiere. «Ma quest’estate non ci siamo distinti per decoro e civiltà. Aspettiamo i provvedimenti che erano stati promessi ormai da due mesi. Non vogliamo sentirci dimenticati. Altrimenti, i pochi nativi che sono rimasti nel quartiere continueranno ad andare via privandolo della sua tipicità, del suo folklore e lasciandolo al triste destino di restare il regno di b&b».