serie b

Gautieri, aria speciale: «Al Bari serve coraggio»

pierpaolo paterno

L’ex biancorosso parla di «rosa incompleta per poter competere con le prime». «Il Milan l’ho battuto con un mio gol. Sono partite incredibili»

Alle spalle il ritiro estivo, parentesi che il Bari ha condotto e concluso a Roccaraso seppur in maniera parzialmente ridotta per via della disgrazia familiare capitata a Verreth, il Bari manda in archivio anche i test precampionato culminati con le due uscite all’antistadio contro Casarano (una sconfitta) e Picerno (tris di sabato scorso). Punti di arrivo dopo le sgambature contro Castel di Sangro, Bacigalupo e Campobasso. Il mirino di Fabio Caserta e dei suoi ragazzi è adesso puntato sull’esordio ufficiale della stagione 2025/26 che prenderà il via la sera di domenica 17 agosto a San Sito contro il Milan per il primo turno di Coppa Italia. Tra partite giocate in Puglia e Lombardia si tratterà della nona sfida in questa competizione tra le due squadre, ripartendo da tre pareggi e cinque sconfitte del Bari. Galletti mai sconfitti tuttavia nelle ultime tre uscite di campionato negli ultimi trent’anni. Tra la clamorosa vittoria di San Siro nella A ‘94/95 (gol di Tovalieri al 63’) e l’1-1 del 13 marzo 2011 (il rossonero Cassano rimedia al vantaggio del barese Rudolf) si colloca l’indimenticabile successo al San Nicola dell’ormai lontano primo ottobre 1995: la rete al 46’ di Carmine Gautieri spezza il digiuno del Bari di Materazzi che dopo due pareggi e due sconfitte conquista il primo acuto di quella stagione. Un tassello di storia che si riannoda idealmente ad un presente in divenire e tutto da scoprire.

Gautieri, ci racconta le emozioni del suo gol vittoria al San Nicola contro il Milan nel campionato 1995/96?

«Il Milan non perdeva da tantissimo tempo. Ho un ricordo straordinario. Uno stadio pieno e una gara tiratissima di fronte a campioni del calibro di Baggio, Weah, Dasailly. Giocatori impressionanti per qualità. Facemmo una partita di branco, nel senso che uno aiutava l’altro. Vincemmo con merito, anche se Fontana fece delle parate clamorose. L’azione del gol? Strepitosa con Ricci che servì Pedone. Un uno-due che mi fece recuperare la palla con una corsa di 35 metri superando Maldini e Costacurta. La infilai sul secondo palo».

Il 17 agosto si gioca Milan-Bari per il primo turno di Coppa Italia. Che ricordi le evoca San Siro e crede il risultato sia già segnato?

«San Siro mi riporta alla mente il mio esordio da titolare col Bari. Vincemmo 2-0 sul campo dell’Inter. Confezionai i due assist per Tovalieri e Guerrero. Un battesimo in A incredibile. Mentre, contro il Milan abbiamo sempre disputato bellissime partite pur uscendo sempre sconfitti. Era un calcio del tutto diverso da quello attuale. C’era più passione e amore, anche da parte dei tifosi. Questo ti portava in ogni partita a sentire le sfide con emozioni e sensazioni uniche. A Bari eravamo un gruppo sia dentro che fuori dal campo. La prossima partita del 17 agosto sarà difficile, posto che la Coppa ed il calcio sono imprevedibili. Sulla carta, il Milan è molto più forte. Il Bari ha una rosa importante e vanta un allenatore molto preparato come Caserta. I biancorossi possono giocarsela, anche se sarà complicato. Tutto può succedere».

Come valuta le prestazioni del Bari nelle cinque amichevoli sin qui disputate? In tal senso, quanto è significativa la vittoria dell’altro giorno sul Picerno?

«Ho visto la squadra all’opera contro il Casarano ed il Picerno. In quest’ultima occasione, ho notato dei segnali di progresso. Un Bari aggressivo, alto e attento sugli appoggi. In parte, era già stato fatto così col Casarano. Ma alla distanza, coi carichi di lavoro, la resa è calata. Invece contro il Picerno, formazione solida di C, ho notato delle indicazioni di crescita. La preparazione, a volte, non ti fa comprendere a che livello sei. Contro il Milan, squadra di primo livello, non potrai concederti pause e dovrai provare di essere al top. Serviranno equilibrio, forza nelle due fasi e tenuta fisica. Questo permetterà di arrivare nella condizione migliore possibile».

Quali impressioni ha sui nuovi acquisti come Braunoder e Partipilo?

«Sono giocatori importanti, di qualità, che alzano il tasso tecnico e anche fisico. Penso che il Bari si stia rinforzando nella maniera giusta, con le pedine necessarie per affrontare un campionato di B all’altezza. I giocatori arrivati sinora rimpiazzano delle caratteristiche che l’anno scorso mancavano. E, oggi, ti permettono variazioni sul modulo spaziando dal 4-3-3 al 4-2-3-1. Cambiare, cioè, sistema di gioco anche in corsa».

Come sta andando la campagna acquisti del Bari?

«Se guardiamo la rosa, manca ancora qualcosa. Per competere con avversari blasonati come Venezia, Sampdoria, Palermo, Monza ed Empoli, è normale che serve se vuoi puntare più in alto possibile. Per vincere il campionato, occorrono due squadre di livello tra titolari e riserve. Come accadde tre anni fa quando si sfiorò la promozione in A persa alla finale playoff. Ciro Polito fu bravissimo a creare due squadre, con ricambi di pari livello. Il Bari deve uscire dalla B. Merita di giocare nella categoria superiore. Lo dicono i numeri reali e le potenzialità di una piazza che non c’entra niente con la cadetteria. Non ci si può accontentare dei playoff».

Rispetto ai 1.430 abbonamenti sinora sottoscritti, pensa siano in linea con le aspettative o c’è freddezza da parte della tifoseria?

«La gente è delusa. Il tifoso è disinnamorato. E non solo a Bari. Le società devono riportare il pubblico allo stadio non solo con gli acquisti. Ai nostri allenamenti c’erano mille persone. Oggi, il settanta per cento del calcio italiano è fatto da stranieri. Dovremmo andare invece più sul prodotto italiano, insistere sui settori giovanili. Ci vuole la programmazione a partire dai serbatoi. Manca a Bari e da molte altre parti. In più dei casi, si improvvisa. Nelle scuole calcio occorrono tecnici qualificati».

In base alla sua esperienza nel torneo di B, che tipo di stagione prevede quest’anno? E il Bari come lo vede?

«Ci sono Empoli, Palermo, Venezia e Sampdoria con qualcosa in più. Rispetto a queste realtà, il Bari è molto dietro. Per quanto la B riservi sempre delle sorprese. Vedi la Juve Stabia dell’anno scorso. Come piazza, Bari andrebbe collocata minimo nelle prime posizioni. In questo momento, la rosa è da playoff. Credo che non basti più. L’avvio del calendario è in salita, anche se l’ordine delle sfide è relativo. All’inizio, chi sta meglio fisicamente ed è più organizzato può ottenere dei risultati. Se parti col piede sbagliato, in un momento dove non c’è entusiasmo si rischia di precipitare. Caserta potrò fare la differenza. A patto che sia messo nelle condizioni di esprimersi al massimo e fare il calcio che vuole».

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