Il comitato
Bari, quartieri sul piede di guerra per il Bus Rapid Transit: «Pronti alle azioni legali»
Oltre 100 persone alla riunione dell’associazione nata tra Carrassi e San Pasquale: «Progetto mai illustrato e insostenibile: un rebus stalli, viabilità e sostenibilità al commercio»
Un progetto «fantasma» che spaventa per l’immediato futuro. Residenti ed esercenti del Municipio II si mobilitano. Così, la rivoluzione del trasporto pubblico cittadino che avanza sotto l’insegna dell’innovativo Brt (il Bus Rapid Transit elettrico e green, finanziato con circa 160 milioni di euro provenienti Pnrr) rischia di tramutarsi in un’aspra battaglia. Proprio nella zona tra Carrassi e San Pasquale sono cominciati i lavori per realizzare le infrastrutture da completare in tempi stretti: entro il 2026 le quattro linee del Brt dovranno essere operative. Eppure, ancora troppi sembrano i dubbi e le criticità da fugare su un programma tanto ambizioso, quanto ancora poco conosciuto dalla città.
OLTRE 100 IN RIUNIONE Salteranno posti auto, la viabilità di alcune strade cambierà radicalmente, è scontato che nell’immediato in ogni quartiere bisognerà sacrificarsi, ma il dubbio è se il bene superiore rappresentato dal risultato finale renderà davvero le vite migliori o se rischi di dare il colpo di grazia a chi già fatica per far quadrare i conti. Alimentato da legittimi dubbi, così è nato il comitato «No Brt» nel Municipio II: nella tarda serata di giovedì, l’associazione si è ufficialmente presentata in una riunione aperta che ha coinvolte oltre cento persone tra commercianti e abitanti dei rioni Carrassi e San Pasquale. Il confronto si è svolto in una sala della Parrocchia dei Carmelitani. «Una sede affatto casuale», spiega Giuseppe d’Acquisto, commerciante e presidente del Comitato. «Basti pensare che corso Benedetto Croce, dove sorge anche la chiesa, sarà una delle strade più penalizzate dalla scomparsa degli stalli: il parroco non potrà sostare con l’auto nemmeno in occasioni come matrimoni o ricorrenze che richiamano molta gente. E una situazione analoga riguarda la chiesa di San Marcello che sorge in una strada sulla carta dedicata esclusivamente al Brt. Siamo soddisfatti di una partecipazione così vasta, ma al contempo molto preoccupati perché ci siamo resi conto di un assunto fondamentale: la gente non conosce affatto il progetto. Non ne può apprezzare i pregi, non ha colto le criticità e i cambiamenti che comporterà. Sembra incredibile per un’opera così importante e imminente. La realtà, però, è che il Comune non ha mai incontrato nessuno sul tema. Ecco perché siamo partititi dall’illustrazione innanzitutto di quanto accadrà illustrando, grazie all’ausilio di un tecnico specializzato, innanzitutto le linee che attraverseranno il Municipio II: la lilla e la verde, secondo il progetto di fattibilità, ovvero l’unico documento consultabile. La posizione emersa è pressoché unanime: nessuno si oppone allo sviluppo della città, ma è fondamentale un chiarimento a 360 gradi ed eventualmente aprire all’opportunità di rivedere alcuni punti del progetto. Altrimenti, la quotidianità dei residenti e degli esercizi commerciali potrebbe essere gravemente compromessa».
STALLI, VIABILITA', POSTI PER GLI INVALIDI Hanno preso tutti parola per ricevere chiarimenti, porre nuove visioni, esprimere proposte e perplessità. La grana degli stalli senza dubbio assume priorità in una vasta zona già piuttosto congestionata. Oltre 1.200, infatti, sono i parcheggi che rischiano di saltare, insieme a posti destinati al carico e scarico o addirittura per gli invalidi: persino quelli assegnati personalmente non sarebbero al sicuro. Una delle proposte è attingere ai 400 posti del Parco Rossani, ma molti abitanti della zona sarebbero in questo modo costretti comunque a percorrere parecchia strada a piedi per rientrare a casa, soprattutto se si considera che il trasporto Brt termina alle 23: una condizione che richiederebbe anche di implementare la sicurezza. La viabilità, inoltre, sarebbe ridotta ad sola una carreggiata in molte strade aumentando potenzialmente il traffico e le difficoltà ad arrivare nelle vicinanze dei negozi. «Nell’ottica dell’amministrazione il ricorso al Brt diventa centrale», rileva D’Acquisto. «Non a caso, si parla di rivoluzione e “next gen”, ma occorrono almeno dieci anni per formare una nuova cultura e nel frattempo come sopravvivono le attività? La riunione ha evidenziato proprio la ribellione per non perdere i negozi di prossimità di quartiere che per tanti sono un riferimento. Non solo: con la nuova situazione, è concreto il rischio che i prezzi dei garage schizzino alle stelle e al contempo si realizzi una forte perdita di valore patrimoniale degli immobili: chi comprerebbe senza posto auto in palazzi peraltro non nuovi?
«Il Comitato - annuncia D’Acquisto - proseguirà una raccolta firme per alcuni punti chiave: la modifica del progetto almeno nelle strade principali, un piano parcheggi chiaro che diventi esecutivo prima che lo sia il Brt: se saranno previsti posti a pagamento per i residenti, anche a prezzi calmierati, deve essere spiegato in modo trasparente. Inoltre, allestiremo alcuni gazebo in tutta l’area del Municipio II per illustrare il progetto in confronti pubblici e affiggeremo sulle vetrine di ogni attività sia la petizione per la raccolta firme, sia il progetto di fattibilità per mostrare come cambieranno i quartieri con il Brt. È possibile che daremo mandato ai nostri legali per azioni contro il Comune mirate alla tutela patrimoniale degli immobili e delle attività commerciali, ma speriamo che ogni criticità sia risolvibile con un tavolo di confronto con l’amministrazione, forse non perfettamente consapevole dei pericoli connessi con una rivoluzione mai discussa con chi dovrà costituirne l’utenza».