il caso
Maurodinoia, il processo rinviato a ottobre. Un circolo del Pd vuole chiedere i danni all'ex assessora
L'udienza preliminare per la corruzione elettorale a Grumo e Triggiano. La Regione non si costituisce parte civile
Riprenderà il 17 ottobre l’udienza preliminare davanti al gup di Bari, Susanna De Felice, a carico di Alessandro Cataldo, fondatore del movimento politico Sud al Centro, sua moglie Anita Maurodinoia, ex assessore regionale ai Trasporti, l’ex sindaco di Triggiano, Antonio Donatelli e altre 15 persone, accusate a vario titolo e secondo le rispettive responsabilità di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale nelle consultazioni per il Comune di Grumo Appula e della Regione (del 20 e 21 settembre 2020) e per il Comune di Triggiano (del 3 e 4 ottobre 2021).
Hanno chiesto, tra gli altri, di costituirsi parte civile un maresciallo della Gdf (vittima di calunnia), l’Asl Bari (per la vicenda dei certificati medici falsi), il Comune di Triggiano, il Circolo Pd università, ricerca, formazione, cultura Terra di Bari e Francesco Rutigliano (candidato sindaco perdente a Grumo). Non si è invece costituito il Comune di Grumo Appula né la Regione, che non figura tra le parti offese nel decreto di fissazione dell’udienza preliminare.
Secondo l’accusa, Cataldo sarebbe stato promotore del sistema che avrebbe procacciato voti a pagamento nelle diverse tornate elettorali. L’ex assessore Maurodinoia, soprannominata «Lady preferenze», fu eletta nel consiglio comunale di Bari, nel 2019, nel movimento politico fondato dal marito con oltre 6mila voti. L’anno dopo, candidata alle Regionali con il Pd, ottenne quasi 20mila preferenze. A Cataldo e Maurodinoia è contestato il reato associativo in relazione alle elezioni di Grumo Appula per aver promesso, assieme ad altri indagati, 50 euro per ogni voto oppure un posto di lavoro. Maurodinoia, in particolare, era candidata alle Regionali in abbinamento su Grumo Appula con Nicola Lella (imputato) come consigliere comunale. Secondo l'accusa, Maurodinoia «prendeva parte all’associazione al fine di ottenere la sua elezione, delegando al coniuge Sandro Cataldo di mantenere i rapporti diretti con gli altri sodali, nonché con gli elettori compiacenti».