Sanità

Muore di infarto dopo 6 ore di attesa: a Bari condannato un medico, altri due a giudizio

isabella maselli

Vittima un 55enne portato alla Mater Dei durante il Covid. L'accusa: ritardato il trasferimento in cardiologia

Avrebbero causato la morte di un paziente colpito da una grave patologia cardiaca ritardando il trasferimento in reparto e quindi le necessarie e urgenti cure che gli avrebbero potuto salvare la vita. Due medici della clinica Mater Dei Hospital, Roberto Moramarco e Sante Schiraldi, sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo (Schiraldi risponde anche di falso). Il processo nei loro confronti inizierà il 14 ottobre.

La gup Rosa Caramia ha invece prosciolto «per non aver commesso il fatto» il primario della cardiologia Vincenzo Pestrichella. Contestualmente all’udienza preliminare, si è celebrato il processo in abbreviato nei confronti dell’unico imputato che aveva scelto il rito alternativo, il dottor Giuseppe Grandinetti, condannato per falso a 8 mesi di reclusione (pena sospesa) e al risarcimento danni alla famiglia della vittima.

La vicenda risale a ottobre 2021, quando ancora - soprattutto negli ospedali - erano in vigore le restrizioni legate alla pandemia Covid. Il paziente, il 55enne barese Giuseppe Pupilla, arrivò al pronto soccorso della Mater Dei alle 19.45 del 4 ottobre con i sintomi tipici di un problema cardiaco. In turno c’era il medico Moramarco. Pupilla fu preso in carico dal personale sanitario mezz’ora dopo l’accesso alla struttura, sottoposto a tampone Covid (risultato negativo), quindi munito di green pass e invitato ad attendere. Un’attesa che sarebbe durata circa 6 ore prima del trasferimento in reparto, quando ormai era troppo tardi...

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