L'accusa
«L’appalto della scuola venduto per un carico di legna», la nuova indagine che fa tremare i Comuni baresi I NOMI
Dopo le perquisizioni della Finanza: c’è un fascicolo anche sull’ospedale Monopoli-Fasano
A scoperchiare il vaso sono state le intercettazioni. Quelle disposte nel 2021 dalla Procura di Bari sugli imprenditori che ruotavano intorno agli appalti dell’emergenza Covid gestiti dalla Protezione civile. Ed è stato proprio uno di loro, Donato Mottola di Noci, a portare le indagini all’interno di due Comuni e fin dentro la stanza del sindaco di Gioia del Colle, Gianni Mastrangelo: indagato, insieme a un gruppo di costruttori, funzionari e faccendieri, con l’accusa di aver truccato appalti.
Ieri la Finanza, su ordine del procuratore Roberto Rossi e della pm Savina Toscani, ha perquisito otto persone nell’ambito di uno stralcio dell’inchiesta sulle mazzette alla Asl di Bari, che a sua volta nasceva dagli sviluppi dell’indagine sull’ex dirigente regionale Mario Lerario. Le perquisizioni hanno riguardato oltre Mastrangelo anche i dirigenti pubblici Raffaele Amato, Antonino Delvecchio, Lorenzo Fruscio e Stefano Romanazzi, gli ingegneri Vincenzo Lattanzio e Amedeo Maffei e il «faccendiere» Giovanni Marzullo. Contestualmente i militari hanno notificato anche un secondo avviso di proroga di indagini dopo quello di gennaio. La proroga chiesta dal procuratore Rossi e concessa dal gip Giuseppe Ronzino riguarda stavolta sei persone tra cui Mastrangelo e un altro imprenditore già coinvolto nelle indagini sulla Protezione civile, Francesco Girardi (difeso dall’avvocato Nino Ghiro).
La Dmeco è la società che durante il Covid ha fornito alla Protezione civile i moduli prefabbricati per gli ospedali: Mottola consegnò a Lerario una mazzetta da 20mila euro nascosta nella «manzetta» della carne, e finì in carcere insieme all’allora dirigente. Lo scenario si sposta ora da Regione e Asl a due Comuni, Gioia del Colle e Bitritto, ma il modus operandi - sospetta la Procura - è sempre lo stesso: soldi e favori in cambio di appalti costruiti su misura. Per questo le accuse, a vario titolo e secondo le rispettive responsabilità, sono di corruzione, turbata libertà degli incanti e falso. La novità rispetto a quanto già emerso è una accusa di traffico di influenze, la corruzione tra privati: un amico di Mottola, Gianni Marzullo di Bari, si sarebbe messo d’accordo con l’imprenditore nocese per introdurlo nel Comune di Gioia. In cambio aveva chiesto il 20% del valore degli appalti aggiudicati, ma poi si era messo d’accordo per il 10%.
È infatti con l’intermediazione di Marzullo che, secondo l’accusa, Mottola sarebbe entrato in contatto con Mastrangelo e con il responsabile dei lavori pubblici, Antonino Delvecchio, per truccare un appalto da 258mila euro per il noleggio di un prefabbricato necessario a sistemare la scuola elementare Losapio Carano. Una procedura che sarebbe stata costruita su misura per la Dmeco di Mottola. Marzullo avrebbe messo in contatto Mottola anche con i tecnici Lattanzio e Maffei, così da costruire su misura il bando di gara. Delvecchio, responsabile del procedimento, è accusato di aver falsificato alcuni documenti oltre che di aver truccato la procedura per l’affidamento della progettazione degli interventi.
Al sindaco gioiese Mastrangelo (alla guida di una giunta di centrodestra) è contestato di aver partecipato al procedimento per truccare l’appalto a favore di Mottola. Lo avrebbe fatto incontrando l’imprenditore in Comune a ottobre 2021, tre giorni prima dell’indizione della gara, «allo scopo - scrive la Procura - di approfondire ulteriori dettagli tecnici». E questo dopo le sollecitazioni di Marzullo, che un mese prima aveva anche chiamato il sindaco per chiedergli di accelerare il procedimento. Nell’avviso di proroga è poi ipotizzato a carico di Mastrangelo un episodio di corruzione e turbativa in concorso con Delvecchio (difeso dall’avvocato Antonio La Scala) e Amato. Nello stesso avviso sono contestati a Girardi altri episodi di turbativa e corruzione che arrivano fino allo scorso anno.
L’altro episodio oggetto delle perquisizioni riguarda invece i moduli prefabbricati per una scuola primaria a Bitritto. Anche in questo caso la Procura ritiene che l’appalto da 500mila euro sia stato truccato a favore di Mottola predisponendo un bando su misura per la sua Dmeco. In cambio il responsabile unico dell’appalto, il dirigente Lorenzo Fruscio (che ieri è stato perquisito), avrebbe ricevuto a casa a ottobre 2021 una partita di 56 quintali di legna da ardere, mentre il tecnico nominato come supporto al Rup avrebbe accettato la promessa di 60.000 euro per aiutare la Dmeco: ad esempio avrebbe consentito all’imprenditore di predisporre lui gli atti di gara, compreso l’elenco (fittizio) delle altre imprese da invitare, e non avrebbe verificato né la regolare esecuzione dei lavori né le procedure amministrative necessarie per i pagamenti.
Le indagini sulle mazzette alla Asl di Bari (nel frattempo approdate a processo, con le richieste di patteggiamento avanzate da numerosi imputati) hanno prodotto ulteriori fascicoli. Uno è quello in cui sono state effettuate le perquisizioni di ieri, in abitazioni e uffici, alla ricerca di documenti anche all’interno di computer e cellulari. Un altro è stato trasmesso per competenza alla Procura di Trani perché riguarda ipotesi di reato su appalti della Provincia Bat (dove ora lavora il dirigente Lorenzo Fruscio). Un altro ancora è relativo all’appalto del nuovo ospedale Monopoli-Fasano, di cui ha parlato nel suo interrogatorio l’ormai ex dirigente Asl Nicola Sansolini: la Procura vuole verificare alcune circostanze relative all’incremento dei costi dell’opera rispetto alla base d’asta.