serie b
Bari, addio ai playoff: un’annata fallimentare
Un film già visto: squadra incapace di garantire una efficace fase offensiva
Fallimento Bari. O giù di lì. Chiamatela come volete quest’altra stagione terribile. Inaccettabile il verdetto. Fuori dai playoff. Nono posto, ma scherziamo? In un campionato di una mediocrità conclamata. C’è pochissimo da aggiungere. Se non auspicare che presto ci sia qualcuno che abbia il coraggio di parlare alla città. Dopo due stagioni inquietanti. Simili sotto tanti punti di vista, nonostante una classifica sostanzialmente diversa. Non aver vinto a Bolzano, dopo Cosenza e Cittadella, racconta di limiti chiari. Che non «salvano» alcun protagonista.
Longo presenta un Bari diverso. Innanzitutto per gli inevitabili rientri di Radunovic, Benali e Maita. Nell’undici titolare anche Lasagna, Maggiore, Simic, Favasuli e Obaretin. Una rivoluzione, insomma. E diversamente non potrebbe essere dopo quel secondo tempo imbarazzante a Cittadella. Aria di festa al «Druso», il Sudtirol pronto all’abbraccio con il pubblico dopo aver meritato la salvezza al culmine di una stagione cominciata malissimo (Castori in sella ripartendo dall’ultimo posto).
Buon ritmo in avvio. Il Bari mostra qualche leggerezza di troppo in fase difensiva. Ci scappa uno slalom di El Kaouakibi, che però si perde al momento del tiro. Un erroraccio di Simic, in serata complicata, manda in porta Odogwu. A tu per tu con Radunovic, sinistro da dimenticare. I biancorossi, però, non porgono l’altra guancia. Restano in partita e, con il passare dei minuti, la manovra acquista in intensità. Si alzano le linee, il centrocampo fa bene la doppia fase. E si ha ls sensazione che la partita possa sbloccarsi da un momento all’altro.
L’occasione più grossa capita a un Dorval vecchio stampo, spesso imprendibile. La caduta di un difensore gli spalanca lo specchio della porta, il suo destro scheggia la traversa. Poi entra in scena Favilli. Prima stoppato da Giorgini dopo un’iniziativa di Maita, poi capace di colpire di testa su cross calibrato da Lasagna. Un altro errore di Simic manda ancora Odogwu vicinissimo al gol. Chiusura di tempo con un diagonale di Dorval, ancora lui.
La seconda parte di gara non propone uno spartito granché diverso. C’è il Bari a menare la danza e il Sudtirol che non dà la sensazione di giocare la partita della vita. Maglie abbastanza larghe, il classico atteggiamento di chi non ha voglia di sporcarsi eccessivamente le mani. Ci prova ancora Favilli, in avvio di ripresa: colpo di testa che non termina lontano dal palo alla sinistra del portiere Poluzzi. Longo gioca la carta Falletti (fuori Maggiore), cercando la giocata di qualità. Capita, però, che i pugliesi perdano equilibrio tattico. E per poco il Sudtirol non la sblocca: ripartenza tre contro uno, gestita in modo imbarazzante. Ci scappano altri lampi. Anche un gol annullato a Novakovich. Cala il gelo attorno al Bari. Mentre Michele Mignani, a Modena, si gode un altro grande risultato. Alla faccia di quelli che continuano a ignorarne il valore.