le indagini
Morte Fabiana Chiarappa, dalla distrazione di Don Nicola all'urto con la moto: ricostruiti i 19 secondi prima dell'impatto
I magistrati hanno convocato in Procura le due persone, due sacerdoti, con le quali, stando ai tabulati, il sacerdote era in contatto via cellulare in quegli istanti
BARI - Don Nicola D’Onghia era distratto alla guida la sera del 2 aprile scorso, quando a bordo della sua Fiat Bravo ha travolto e ucciso la 32enne Fabiana Chiarappa su un tratto buio della strada statale 172 tra Turi e Putignano. Era impegnato al telefono fino a 11 secondi prima del tragico impatto. E per ricostruire cosa lo abbia intrattenuto al cellulare di così importante da non poter rimandare, scegliendo di guidare in modo imprudente - tanto da ammazzare una persona schiacciandola e trascinandola sull’asfalto, per poi fuggire senza prestare soccorso - i magistrati hanno convocato in Procura le due persone, due sacerdoti, con le quali, stando ai tabulati, il sacerdote era in contatto in quegli istanti.
Tutto si consuma in una manciata di secondi. Alle 20.24.42 don Nicola contatta un collega sacerdote con il quale resta al telefono per 2 minuti e 54 secondi. Dopo altri 24 secondi, chiusa la chiamata, tenta di contattare tre volte, dalle 20.28 alle 20.28.07 un altro prete. In quegli attimi, precisamente alle 20.28.03, la vittima, che viaggiava a bordo della sua moto qualche metro davanti all’auto di don D’Onghia, perde il controllo del mezzo e si schianta contro un muretto a secco. Resta stesa sull’asfalto, si sfila i guanti per chiamare i soccorsi. Intanto sul cellulare del sacerdote, che non si era accorto di nulla forse proprio perché distratto dal telefono, arriva un sms. Alle 20.28.19 (undici secondo dopo), il sistema di videosorveglianza del vicino distributore di benzina registra l’audio dell’auto che travolge il corpo della motociclista.
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