la decisione
Bari, si aggrava la responsabilità dei Matarrese per il crac Finba: «Danno da 3,6 milioni»
L'azione di responsabilità della curatela. Il Tribunale revoca il sequestro nei confronti di uno dei fratelli e di due revisori
BARI - Non ci sono ragioni (nel merito oppure di periculum in mora) che giustifichino il mantenimento del sequestro conservativo nei confronti di Michele Matarrese (classe ‘65) e di due dei quattro ex sindaci della della Finba, la cassaforte della famiglia dei costruttori baresi nei cui confronti la curatela fallimentare ha attivato un’azione di responsabilità. È questa la decisione del Tribunale di Bari (sezione Imprese) che ha deciso ieri nel merito sul sequestro disposto di urgenza il 28 febbraio anche nei confronti dei fratelli Antonio e Amato Matarrese, oltre che di Salvatore Matarrese (classe ‘57) figlio dell’altro fratello Vincenzo per i quali invece gli importi sono stati incrementati.
A febbraio il Tribunale (giudice Michele De Palma) aveva autorizzato nei confronti di ciascuno dei Matarrese un sequestro urgente da 1,47 milioni, somma non molto dissimile rispetto a quella autorizzata nei confronti dei quattro ex sindaci. Il decreto depositato ieri a seguito dell’udienza di marzo ha revocato i sequestri nei confronti di Michele e di due sindaci (per gli altri due il sequestro è stato ridotto a 120mila euro), ma ha aggravato quello nei confronti degli altri tre esponenti della famiglia portandolo a 3,5 milioni.
Finba, fallita nel 2022, era la holding di partecipazioni cui facevano capo le società di famiglia attive nei settori dell’ambiente, del turismo e delle costruzioni. Secondo la curatela fallimentare (rappresentata dagli avvocati Roberta Mastrorilli e Anna Losurdo) gli ex amministratori e gli ex sindaci avrebbero causato alla società danni variabili tra i 5,2 e i 4,6 milioni di euro.
Il Tribunale ha quantificato il danno risarcibile in 3,6 milioni. Ma ha anche riconosciuto (per la prima volta in Italia) l’applicabilità retroattiva della legge che limita la responsabilità patrimoniale dei sindaci a un multiplo del loro compenso professionale, e dunque - nel caso specifico - a non oltre 120mila euro. Per uno dei revisori il Tribunale ha escluso anche la sussistenza del fumus. Per Michele Matarrese, che risponde di un danno di soli 78mila euro, e per uno dei sindaci (che risponde per 120mila euro), a fronte di un patrimonio immobiliare molto capiente il Tribunale ha ritenuto non sussistente il pericolo di perdere la garanzia. I destinatari del sequestro valuteranno se presentare reclamo.