il disagio
Bari, crollo della palazzina in via Pinto: la rimozione delle macerie al civico 16 fino a venerdì 18
Settimana decisiva per la messa in sicurezza dell’isolato: il 17 e 18 aprile saranno concluse le attività di consolidamento tecnico del palazzo accanto a quello crollato
bari Quella che si apre domani sarà la settimana decisiva per la definitiva messa in sicurezza dell’isolato coinvolto nel crollo del 5 marzo scorso, nel quartiere Carrassi. Per almeno cinque giorni la ditta Cericola di Lanciano, incaricata dal Comune, si occuperà della rimozione delle macerie del palazzo di via Pinto 6, cioè l’edificio di cinque piani imploso per cause e colpe che sarà la Procura ad accertare. E durante tutte le operazioni di sgombero del cratere da tufi, cemento, travi in ferro, mobili ed effetti personali delle famiglie che lì abitavano, proseguirà il monitoraggio dell’aria da parte di Arpa e società Ecotrend, per scongiurare l’eventuale dispersione di polveri nocive. Fino ad oggi tutte le rilevazioni hanno escluso la presenza di amianto.
Contemporaneamente saranno conclusi gli interventi di messa in sicurezza della palazzina adiacente a quella crollata, al civico 16 di via Pinto, gravemente danneggiata dall’implosione del 16 marzo. I lavori di consolidamento dell’edificio saranno portati a termine, con l’autorizzazione della Procura che ha posto l’area sotto sequestro e la supervisione dei vigili del fuoco, tra giovedì e venerdì.
LA RIMOZIONE DELLE MACERIE Gli operai entreranno nella zona del crollo domani mattina a prima ora. Per almeno cinque giorni lavoreranno alla rimozione delle macerie per liberare il cratere lasciato dalla palazzina e consentire due step successivi.
Il primo è l’accesso a quello che un tempo era il seminterrato dell’edificio da parte del consulente tecnico che su incarico della Procura dovrà stabilire le cause del crollo e le eventuali responsabilità (pilastri ammalorati, cattiva o mancata manutenzione, infiltrazioni). Il professor Antonello Salvatori, esperto strutturista, ha già dato indicazioni sulle modalità di rimozione delle macerie per non compromettere la zona da ispezionare e per «l’eventuale selezione e accantonamento di materiale d’interesse», cioè reperti utili all’inchiesta penale.
E poi, non meno importante, consentire il rientro in casa alle famiglie che risiedono ai civici 4, 6 e 8 di via De Robertis, alcune delle quali ospitate nello studentato di Poggiofranco dalla sera del crollo perché la loro palazzina, non danneggiata direttamente dalla implosione, si trova di fronte a quella demolita, con le finestre esattamente sul cratere pieno di polvere e macerie.
LA MESSA IN SICUREZZA Il 17 e 18 aprile saranno concluse le attività di consolidamento tecnico del palazzo accanto a quello crollato, sventrato dall’implosione nei due piani superiori ed esso stesso a rischio crollo in assenza di una importante opera di messa in sicurezza. E così, come ordinato dal Comune, il 26 marzo scorso i condomini hanno incaricato la ditta barese Resta e due giorni dopo sono iniziati i lavori. La priorità è scongiurare quantomeno il paventato «effetto a catena» di ulteriori crolli: un’eventualità ancora temuta a causa della «dipendenza» dei tre civici della strada (il 6, il 16 e il 22) l’uno dall’altro. Il procuratore aggiunto Ciro Angelillis, che coordina con la pm Silvia Curione le indagini sul crollo, ha autorizzato il condominio e la ditta a procedere alle ultime attività, trattandosi di area sequestrata. Questi lavori non risolveranno comunque il problema dell’agibilità della struttura, il cui destino potrà essere valutato soltanto in una seconda fase e non è escluso che vada verso la demolizione. Anche qui sono dieci le famiglie che restano prive della loro abitazione e circa la metà sono ospitate negli alloggi Adisu di via Camillo Rosalba.